Istruzione

sabato 6 Settembre, 2025

Lo sbarramento in quarta, i debiti formativi da sanare, l’«obbligo» di sostenere l’orale: ecco la nuova maturità nelle riforme di Trento e Roma

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L'assessora Gerosa presenta il disegno di legge che presto porterà in giunta e, sulla proposta di Valditara, sposa la linea dura contro le scene mute

Dalla riforma delle carenze a quella della maturità, passando per quella della didattica. L’inizio dell’anno scolastico è sempre più vicino e sono tanti i temi sul tavolo dell’assessora all’istruzione Francesca Gerosa. La partita più nel vivo è quella dei debiti formativi nelle scuole superiori: a breve la proposta dell’esponente di FdI arriverà in giunta provinciale per essere discussa. E, secondo le prime indicazioni (Il T di ieri), è concreta l’ipotesi di una novità assoluta: l’introduzione di uno «sbarramento» dal quarto al quinto anno, tradotto l’obbligo di arrivare alla maturità senza alcuna carenza.

«Obbligo orale? Giusto»
Intanto giovedì il consiglio dei ministri ha dato il via libera alla nuova riforma della maturità. Fra le principali proposte al vaglio avanzate dal ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara c’è il divieto, pena bocciatura, di fare deliberatamente scena muta all’esame orale: «Sono totalmente d’accordo sulla linea dura del ministro Valditara nei confronti di chi si presenta all’orale e pensa furbescamente di fare scena muta per principio – è l’opinione dell’assessora in merito – Il colloquio è un momento fondamentale di dialogo e di valutazione, che serve a verificare la crescita complessiva dello studente e il suo grado di autonomia e responsabilità. Sottrarsi a questo confronto non è un comportamento in linea con lo spirito di una prova conclusiva del percorso di studi superiori. Anzi: è una mancanza di rispetto nei confronti sia dei compagni che invece lo sostengono “normalmente”, sia dei commissari che sono lì a fare il proprio lavoro». Altri punti su cui Valditara è intenzionato a insistere è la riduzione delle discipline all’orale e un riconoscimento delle attività connesse con il percorso scolastico, da quelle sportive a quelle culturali: «Anche qui mi trova d’accordo, è un modo per riconoscere l’impegno degli alunni e rivedere l’orale in un’ottica di maggiore serietà e serenità – commenta Gerosa – Preferisco però in questa fase non addentrarmi troppo nel dettaglio, devo ancora leggere il decreto ed è mia abitudine approfondire direttamente gli atti, senza soffermarmi a valutazioni superficiali».

«Una nuova didattica»
Altro tema più strettamente locale è quello relativo al ripensamento della didattica. Sul T di ieri, la dirigente dell’istituto Trento 5 Paola Pasqualin sottolineava la necessità di perseguire la realizzazione di percorsi personalizzati sulle esigenze degli studenti, specialmente per bes e stranieri: «Non c’è dubbio che le nostre scuole oggi si trovino a gestire una crescente eterogeneità di profili e di bisogni, che investe ambiti didattici, relazionali e personali – dice Gerosa a riguardo – Questa complessità rende necessario andare oltre il modello tradizionale e standardizzato, per abbracciare una didattica autenticamente personalizzata che coinvolge tutti, valorizzando le peculiarità, le attitudini e gli stili di apprendimento di ciascuno. Su queste basi, stiamo portando avanti una riflessione approfondita: da inizio 2025 abbiamo intrapreso un percorso strutturato di analisi e studio dei modelli educativi europei più efficaci, che ci vedrà ancora più impegnati a partire dal mese di ottobre». Fra le proposte avanzate da Pasqualin c’era anche quella di introdurre maggiormente nelle classi altre figure professionali di affiancamento ai docenti come psicologi o counselor scolastici: «All’inizio di questa legislatura ho voluto porre il benessere psicofisico degli studenti, e di tutto il personale scolastico, tra le nostre priorità – ricorda l’assessora – Sappiamo che fragilità e disagi, una volta considerati eccezioni, rappresentano oggi una dimensione ordinaria della vita scolastica e richiedono risposte innovative e sistemiche. Abbiamo già avviato in primavera anche momenti di confronto con l’Ordine degli Psicologi, con l’obiettivo di migliorare l’attuale modello del singolo sportello d’ascolto, innovandolo strutturalmente. Promuovere il benessere nelle scuole significa dotarsi di strumenti diversificati e adottare approcci nuovi».

Carenze, si va in giunta
Gerosa non si sbilancia invece sulla riforma delle carenze formative: «La proposta dopo l’ultimo parere tecnico approderà in giunta – si limita a dire l’assessora – Stiamo operando nell’ambito della nostra competenza concorrente in materia di istruzione, con l’obiettivo di armonizzare il nostro sistema agli indirizzi nazionali, tutelando al contempo le peculiarità che costituiscono un punto di forza del modello trentino e salvaguardando la nostra autonomia».

Professionali, ecco il 2+2
Giunta che ieri, intanto, ha approvato l’aggiornamento del “Programma pluriennale della Formazione Professionale” adottato nel 2024, che dà il via al processo di riforma della formazione professionale voluto proprio da Gerosa e varato dalla nel giugno scorso. Tra le novità che riguardano gli istituti ci sono il passaggio dal modello 3+1 a quello strutturato su quattro anni, e l’eliminazione del colloquio motivazionale per l’accesso al quarto anno degli studenti in uscita dai percorsi triennali di qualifica professionale: «Con questo atto diamo il via, anche sul piano operativo, a una riforma significativa e attesa del sistema trentino di istruzione e formazione professionale – commenta l’assessora – È un cambiamento importante, che ho voluto fortemente, costruito anche a partire dai contributi scaturiti dal Tavolo tecnico, che ha visto la partecipazione delle associazioni di categoria, delle istituzioni formative provinciali e paritarie e dei referenti tecnici dell’amministrazione. L’obiettivo è rendere i percorsi sempre più coerenti con i bisogni del tessuto economico locale. In particolare, attraverso l’adozione del modello 2+2 senza uscita intermedia, quindi un percorso di quattro anni, vogliamo rafforzare l’identità professionale degli studenti e sviluppare sia le competenze tecnico-specialistiche che quelle trasversali, indispensabili per un inserimento efficace nel mondo del lavoro.

 

Si tratta di una riforma che sarà introdotta in maniera graduale nel corso di tre annualità. Con questo provvedimento viene definita la prima fase, che prevede sette percorsi al via nell’anno formativo 2026/2027; altri ne seguiranno nelle fasi 2 e 3. Nuove opportunità per gli studenti e crescita del nostro sistema formativo sono dunque i pilastri sui quali si basa l’impianto di questa riforma».