La questione

martedì 16 Maggio, 2023

Le tende occupano piazza Dante

di

Protesta contro il caro-affitti, gli studenti: «Basta Airbnb, perso il 30% delle case»
Protesta studenti in tenda

Tende piantate, materassini gonfiati, libri pronti, computer e snack alla mano per tirare avanti con lo studio. Gli studenti universitari di Trento si sono uniti alla protesta nazionale contro il caro-affitti piantando le tende anche davanti al palazzo della Regione. 4 quelle presenti, 12 i giovani che si fermeranno e non solo per una notte ma fino a venerdì giorno di convocazione del consiglio provinciale. È proprio dalla Giunta che i giovani, circa 80 quelli presenti, chiedono innanzitutto risposte.

Le richieste al palazzo
«È la Provincia che deve fare qualcosa e supportare adeguatamente il diritto allo studio – dice Luca Pistore coordinatore di Udu Trento – È la Provincia ha sottofinanziato l’Università di Trento facendole chiudere il bilancio in rosso, anche Opera Universitaria non riceve i fondi di cui ha bisogno per cui ha dovuto aumentare gli affitti di circa 10 euro per gli studenti borsisti e 50 per gli studenti non borsisti, senza contare che il numero di posti è insufficiente per il totale della popolazione universitaria di Trento che è composta al 60% da fuorisede. Abbiamo chiesto più volte tavoli alla Giunta, sappiamo che venerdì si riunisce il consiglio provinciale, non ce ne andiamo fino a quando non avremo ricevuto risposte e un impegno concreto». Gli studenti spiegano poi le difficoltà che stanno incontrando. «A Trento e Rovereto le case sul mercato sono meno di un tempo per colpa di Airbnb e degli affitti brevi turistici, questo significa che è più difficile trovare casa e che le stanze costano di più». Le camere singole ora partono da 450 euro spese escluse mentre le doppie almeno 350, si tratta di un incremento di 100/150 euro in più rispetto al periodo pre-pandemia. Dal 2019 la popolazione studentesca non è esplosa, a mancare quindi è la domanda. «Chiediamo un confronto anche ai proprietari di casa e che mettano le loro case a disposizione di studenti e famiglie, ma se il privato non si muove deve essere la politica a regolare il mercato». La sensazione è che le case messe a disposizione degli studenti a Trento siano calate del 30% dopo la pandemia.

«Una lotta di tutti»
Oltre agli studenti erano presenti in piazza, e hanno preso la parola, anche altre realtà che si occupano del diritto all’abitare. La casa è diventata un’emergenza, infatti, per molte categorie di persone. Pensionati, lavoratori fragili, nuclei famigliari. Lo Sportello casa per tutti è intervenuto proprio per sottolineare l’intersezionalità di questa lotta. «Cercare di avere affitti e mutui più bassi è un interesse comune – dice Tommaso Baldo dello Sportello – In Italia la rendita immobiliare è il 13% del Pil. Questi sono soldi sottratti alla produzione e significa affitti e mutui più alti e colpisce tutti. Per questo serve unità per ottenere la garanzia di un paese in cui il diritto alla casa sia garantito attraverso l’edilizia pubblica e il controllo agli affitti turistici brevi». Presente in piazza anche il pensionato Luciano Vitelli sotto sfratto da Itea per aver sforato brevemente l’Icef un anno fa salvo rientrare subito nei parametri, e per questo impossibilitato a trovare una casa sul mercato privato. Già due volte ha rischiato lo sfratto e domani (oggi per chi legge) sarà la terza volta. Nonostante questo, è arrivato in piazza per supportare gli studenti. «Sono qui in solidarietà con loro e per raccontare la mia storia – dice Luciano Vitelli – Io da 5 mesi vivo un incubo. Ho rischiato 2 sfratti e in un’occasione ho quasi avuto un infarto. Non ce la faccio ad andare avanti così. Ma perché Itea mi vuole mandare via quando ha 1200 appartamenti vuoti? Dopo 30 anni di cava non pensavo di trovarmi in queste condizioni». Dalle sue parole traspare tutta l’amarezza. «Mi chiamano occupante, ma io mica occupo. Io pago l’affitto e le bollette tutti i mesi, anche se poi non mi rimane nulla in mano. Voglio solo che mi lascino in pace».

Il sostegno delle opposizioni
In attesa delle risposte della Giunta, gli studenti hanno incassato il supporto di una parte della politica. Al presidio è passato il sindaco di Trento, Franco Ianeselli. Il comune del capoluogo sta provando a incentivare l’affitto agli studenti, concedendo ai proprietari che stipulano contratti in canone concordato un abbassamento dell’Imis. La deputata del Partito Democratico Sara Ferrari ha assicurato l’impegno del suo partito a portare il tema in Parlamento. Paolo Zanella di Futura ha evidenziato le mancanze a livello provinciale sul sistema casa. «Ora la Giunta ha stanziato fondi per la riqualificazione delle case Itea – ha detto il consigliere provinciale – È comodo farlo al quinto anno di legislatura con la campagna elettorale alle porte, bisognava pensarci prima. Anche perché nel frattempo gli appartamenti sfitti dell’ente sono passati da 400 a circa 1200. Poi è necessario un intervento statale che metta un tetto al costo degli affitti, ormai sono alle stelle».