La storia
giovedì 30 Ottobre, 2025
La storia della notte di Halloween e le antiche celebrazioni di Samhain, quando i celti festeggiavano la fine del raccolto
di Stefania Santoni
La parola deriva da All Hallows’ Eve, cioè la vigilia di Tutti i Santi: ecco la storia del 31 ottobre
Cari bambini, care bambine, come state? Il 31 ottobre, quando le zucche si accenderanno e le ombre danzeranno leggere tra le foglie, si racconta che il velo tra i mondi diventerà sottile come un soffio. È la notte di Halloween, la più misteriosa dell’anno. Ma sapevate che molto tempo fa, prima che arrivassero dolcetti e travestimenti, esisteva una festa antichissima chiamata Samhain? I popoli celti la celebravano per salutare la fine del raccolto e l’inizio della parte più buia dell’anno. La terra si preparava al riposo, gli animali trovavano rifugio e gli uomini si riunivano intorno al fuoco per raccontare storie. Samhain era un momento di passaggio, come una porta tra ciò che è stato e ciò che sarà. Si diceva che in quella notte gli spiriti potessero tornare a far visita ai vivi, non per spaventarli, ma per ricordare loro che ogni fine contiene una nuova nascita. Immaginate la ruota di un grande anno che gira, lenta e silenziosa, come il ciclo delle stagioni: ve ne ho scritto altre volte, forse ve la ricordate un pochino! Questa ruota si chiama Ruota dell’Anno e, secondo le antiche tradizioni, è divisa in otto feste, chiamate sabbat.
Ognuna di esse celebra un passaggio importante della natura: Imbolc, Ostara, Beltane, Litha, Lammas, Mabon, Yule e, appunto, Samhain. Ognuna ha i suoi profumi, i suoi colori e i suoi doni. Imbolc è la promessa della luce che ritorna dopo l’inverno; Ostara è la primavera che sboccia; Beltane celebra il fuoco dell’amore e della vita; Litha è il sole al suo massimo splendore; Lammas è la festa dei primi raccolti; Mabon è il ringraziamento dell’autunno; Yule è il solstizio d’inverno, il momento in cui la luce rinasce. E poi, di nuovo, Samhain chiude il cerchio e lo riapre. Samhain è come un respiro profondo della terra. Tutto rallenta, si trasforma, si prepara a un nuovo inizio.
Per questo gli antichi non avevano paura del buio: sapevano che nel silenzio della notte, nel freddo della terra, i semi già cominciavano a germogliare. Era il tempo della memoria e della gratitudine, per chi non c’era più e per ciò che stava per tornare. Oggi molti chiamano questa festa Halloween, parola che deriva da All Hallows’ Eve, cioè la vigilia di Tutti i Santi. Con il passare dei secoli, la tradizione si è mescolata e trasformata: le lanterne di rape scavate sono diventate zucche luminose, gli spiriti sono diventati fantasmini e le streghe si sono travestite per divertirsi con grandi e piccoli. Ma se chiudete gli occhi, potete ancora sentire l’antico respiro della terra che racconta la stessa storia: quella del buio che prepara la luce. Forse anche voi, domani sera, potreste accendere una candela vicino alla finestra e pensare a qualcuno o qualcosa che amate e che non c’è più. Non serve paura, solo gentilezza. Perché Samhain ci insegna che ogni cosa ritorna in una forma nuova: le foglie che cadono diventeranno humus, il freddo farà fiorire la neve e, dopo il silenzio dell’inverno, la vita tornerà a germogliare. La Ruota dell’Anno ci ricorda che siamo parte di un ciclo più grande, fatto di luce e ombra, di inizi e di fini, di estate e di inverno. E in questo continuo danzare, ogni stagione porta un dono: la gioia, la pazienza, la forza, il riposo.
Così, la prossima volta che vedrete una zucca illuminarsi nella notte, pensate che non è solo un gioco o un travestimento: è un piccolo sole nel buio, un segno di vita che continua a splendere anche quando tutto sembra addormentarsi. Perché Halloween, o Samhain, è proprio questo: la magia del cambiamento, la promessa che dopo ogni notte torna sempre l’alba.
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