Mafia

domenica 22 Gennaio, 2023

La figlia di Messina Denaro: «Non voglio incontrarlo»

di

Lorenza Alagna, 27 anni, avrebbe confidato a parenti e amici che non ha alcuna intenzione di incontrare suo padre

Scontrini, alcuni biglietti aerei con varie destinazioni, come Inghilterra, Sud America e alcuni libri, tra i quali una biografia del presidente russo Vladimir Putin. Sono questi alcuni degli oggetti trovati nel primo covo del boss Matteo Messina Denaro a via Cb31 a Campobello di Mazara. Sono decine i volumi trovati nell’appartamento sugli argomenti più disparati, tra i quali anche alcuni testi storici.

Nel frattempo è stata trovata anche l’auto appartenuta al boss: è stata acquistata in contanti e intestata alla madre invalida di Andrea Bonafede, prestanome del boss. A individuare il luogo dove si trovava la Giulietta di Messina Denaro è stata la polizia: proprio grazie alla macchina gli investigatori erano riusciti a risalire al primo covo, individuato a Campobello di Mazara. Nel borsello che il capomafia aveva dopo l’arresto c’era una chiave. Dal codice della chiave, i pm sono arrivati alla Giulietta. Gli investigatori hanno successivamente ricostruito, grazie a un sistema di intelligenza artificiale, gli spostamenti del veicolo del capomafia, risalendo al suo nascondiglio di vicolo San Vito. Ma soltanto ora la Giulietta è stata ritrovata. Sembra che Matteo Messina Denaro la guidasse personalmente quando si spostava senza autista.

La figlia del boss, Lorenza Alagna, 27 anni, avrebbe invece confidato ai suoi parenti e amici che non ha alcuna intenzione di incontrare suo padre. Scrive l’agenzia Ansa che la giovane donna non andrà dunque ai colloqui in carcere per vedere il genitore. Lorenza, figlia di Francesca, è l’unica figlia ufficiale del boss e fino al 2013 ha vissuto nella casa della nonna paterna con la madre. Francesca, che porta il cognome materno, abita a Castelvetrano e il 14 luglio 2021 ha dato alla luce suo figlio.

Infine a questa vicenda se ne sovrappone un’altra: i genitori di Denise Pipitone si sono rivolti a Matteo Messina Denaro, o a chi per lui, lanciando un appello: «Forse chiediamo un miracolo ma vogliamo provarci, fateci sapere dov’è nostra figlia» hanno detto Piera Maggio e Pietro Pulizzi in cerca della verità sulla scomparsa della loro bambina, avvenuta a Mazara del Vallo l’1 settembre 2004. Il luogo della scomparsa – Mazara del Vallo, il paese dove si sono perse le tracce di Denise, e Campobello di Mazara, il quartier generale di Messina Denaro, si trovano a 15 chilometri di distanza. Difficile, sospetta il legale di Piera Maggio, che uno come l’ultimo dei super-boss possa non sapere nulla in un territorio sotto il suo specchio d’influenza mafiosa.

«Siamo convinti – hanno continuato i genitori di Denise – che lui sappia cosa sia successo 18 anni fa, non perché lo riteniamo responsabile del fatto, ma perché non si muoveva foglia sul nostro territorio che non fosse di sua conoscenza a maggior ragione trattandosi di un fatto estremamente anomalo come il rapimento di una bambina che a causa di tutto lo spiegamento delle forze dell’ordine in quel periodo avrà dato non poco fastidio». L’arresto di Matteo Messina Denaro ha riacceso la speranza della famiglia di Denise, di ottenere giustizia, di conoscere la verità dei fatti. I genitori della piccola fanno un’ultima disperata richiesta: «Chiediamo un ultimo atto di redenzione da parte sua».