Economia

sabato 25 Ottobre, 2025

La cassa integrazione in Trentino è cresciuta del 75%. I sindacati: «Situazione da allarme, agire subito»

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Secondo le sigle, in gioco ci sono 35mila posti di lavoro

«Nel primo semestre 2025 le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps in Trentino sono cresciute del 75%. È un allarme che non va sottovalutato, Bisogna agire in fretta perché in gioco ci sono 35mila posti di lavoro», questo l’appello di Cgi, Cisl e Uil, che incalzano: «Serve concertare un piano per l’industria anche coi sindacati».
«Com’era prevedibile – dicono i tre segretari Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher – nei primi mesi sei mesi di quest’anno il ricorso alla cassa integrazione si è impennato. I dazi voluti dall’amministrazione Trump, il perdurare della recessione in Germania, gli alti costi energetici e la concorrenza internazionale in particolare dei prodotti provenienti dalla Cina hanno acuito la stagnazione della produzione industriale che anche in Trentino dura ormai quasi da trenta mesi consecutivi».

Dopo il rimbalzo degli anni immediatamente successivi al Covid, dicono i sindacalisti, «anche la manifattura trentina ha registrato due anni e mezzo di un progressivo rallentamento produttivo e di una lenta emorragia di posti di lavoro, che ha riguardato in particolare il personale a termine e in somministrazione». L’impennata del 75% delle ore autorizzate di integrazione salariale da parte dell’Inps in Trentino conferma quindi gli allarmi che Cgil Cisl Uil del Trentino lanciano da ormai un anno. «Sappiamo che l’autorizzazione all’uso della Cig non significa immediatamente l’utilizzo effettivo dell’ammortizzatore sociale. Ma questo repentino incremento è un segnale di allarme che non va sottovalutato – avvertono i segretari -Nel recente patto per la crescita delle imprese e per le politiche salariali, avevamo insistito, purtroppo senza successo, sulla necessità di predisporre un piano per il rilancio e la rigenerazione dell’industria e per il rafforzamento del terziario avanzato. Ora la Giunta sembra aver finalmente cambiato rotta e in vista della predisposizione della legge provinciale di stabilità si annunciano interventi diretti a sostegno del sistema manifatturiero». Di qui la richiesta a Piazza Dante: «Come Cgil, Cisl e Uil del Trentino chiediamo che questo piano sia concertato e condiviso con le organizzazioni sindacali per individuare insieme le migliori azioni per rafforzare il tessuto produttivo locale, gli investimenti in innovazione e l’occupazione stabile e di qualità, in gioco ci sono quasi 35mila posti di lavoro con retribuzioni più alte della media provinciale che non possono essere immediatamente sostituiti da altri settori». «Il fallimento della Marangoni Meccanica, i licenziamenti alla Aquafil, l’incertezza sul mantenimento di tutte le produzioni Dana, oggi Allison – concludono i sindacati – sono i primi sintomi di un peggioramento reale delle condizioni di salute del comparto manifatturiero. Per evitare che la situazione si cronicizzi, bisogna intervenire tempestivamente e con interventi mirati. Non c’è più tempo per inerzie o tentennamenti».