sociale
martedì 29 Luglio, 2025
In Trentino 25mila anziani soli: al via il Centro servizi diffuso per creare situazioni di incontro
di Agostino Foresti
La Fondazione trentina per il volontariato sociale ha lanciato il bando «Intrecci possibili» con 60mila euro a disposizione delle associazioni impegnate sul tema

La solitudine non è più solo una condizione personale, ma un fenomeno sociale sempre più diffuso. Secondo le rilevazioni dell’Azienda sanitaria e del Comune, a Trento ci sono 5.700 anziani soli, di cui più di 2.000 sono seguiti dai servizi sociali, in Trentino sono almeno 25mila le persone anziane che vivono in una situazione di potenziale isolamento. Da qui le iniziative avviate in queste settimane: Palazzo Thun ha fatto partire il Centro servizi diffuso per seguire sempre più territori anche in modo itinerante, la Fondazione trentina per il volontariato sociale ha lanciato il bando «Intrecci possibili» dedicato alla solitudine, con 60mila euro a disposizione delle associazioni impegnate sul tema.
«Il tema delle solitudini è uno dei più impellenti e dei più problematici in una società in cui gli anziani sono un numero sempre più elevato – afferma l’assessore comunale al welfare per gli anziani Alberto Pedrotti – sia per chi non è autosufficiente sia per chi ha problemi di relazioni sociali. Poco tempo fa abbiamo adottato la delibera sul Centro servizi diffuso, per avviare i servizi per gli anziani su sempre più territori anche in maniera itinerante. Il tutto va accompagnato da attività di prevenzione e di promozione dell’invecchiamento attivo, anche perché molti ancora non conoscono come attivarsi e accedere ai servizi».
Ad essere particolarmente colpite dalla solitudine, oltre agli anziani, sono le persone più fragili: chi soffre per una perdita di un caro, ma anche persone meno sospettabili come insegnanti che gestiscono le situazioni più disparate senza avere gli strumenti necessari e operatori sanitari che lavorano in ambienti molto pesanti. E poi figure come i caregiver familiari, ossia persone che si dedicano alla cura di figli, genitori anziani o persone disabili nel pieno della loro carriera. A far parte di questa lunga lista ci sono anche gli ex detenuti che spesso, una volta usciti dal carcere, si ritrovano soli e senza punti di riferimento.
Per combattere questa emergenza silenziosa, la Fondazione trentina per il volontariato sociale ha lanciato il bando «Intrecci possibili», un’iniziativa nata per combattere le «nuove solitudini», con l’obiettivo di creare uno spazio dove affrontare il tema in maniera trasversale. Per assecondare questo progetto la fondazione mette a disposizione delle associazioni interessate 60mila euro. Il bando, che si rivolge principalmente ad associazioni e realtà del terzo settore con sede in Trentino, individua tre linee principali d’ intervento, ossia il dialogo intergenerazionale, l’accompagnamento e il supporto al caregiver e il sostegno a luoghi di comunità. Ogni progetto dovrà includere un ente del terzo settore (capofila), e gli altri partner saranno rappresentati da scuole, enti pubblici o gruppi informali. Le organizzazioni capofila, per poter partecipare, dovranno prendere parte ad uno sportello di consulenza organizzato da Svolta. Questo incontro ha lo scopo di offrire un sostegno alla stesura e di capire come il progetto può essere conforme alle linee guida del bando. Per le realtà interessate le domande dovranno essere presentate entro il 10 ottobre 2025.
L’intento dell’iniziativa è quello di sostenere progetti che aiutino a far sentire le persone meno sole, creando situazioni di incontro, scambio e relazioni fra cittadini. Al centro, la volontà di costruire reti solide, valorizzare i luoghi di socializzazione, per trasformare la solitudine in collaborazione e partecipazione.
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