Terra Madre
mercoledì 29 Ottobre, 2025
I rifugisti trentini, in assemblea, affrontano il tema degli influencer: «Ci chiedono soldi, ma così ci facciamo conoscere anche in Corea»
di Marco Weber
Tra le proposte, anche quella di un patentino per chi vuole entrare nella professione
I rifugi trentini sono 152, un centinaio dei quali sono iscritti all’Associazione rifugi del Trentino che ieri pomeriggio ha riunito i suoi aderenti nelle sale della Distilleria Bertagnolli di Mezzocorona per l’assemblea annuale. Un’assemblea partecipata e attenta, che ha ascoltato con interesse i vari interventi. Tra i vari argomenti trattati quello di Virna Pierobon dal titolo: «Community, influencer ed informazione». Intervento dal quale è emerso che anche i rifugi del Trentino hanno a che fare con gli influencer. A partire da Facebook e Instagram ma non solo. Gli influencer sono persone con un grande seguito sul web che hanno il potere di influenzare opinioni e decisioni d’acquisto.
La loro attività principale consiste nel creare contenuti (post, video, storie) sui social media e promuovono prodotti e servizi attraverso recensioni e racconti mirati, diventando veri e propri ambasciatori. Pierobon ha sottolineato che esistono influencer che girano per i rifugi, offrendo i loro servigi in cambio di compensi più o meno consistenti. Il costo è direttamente proporzionale a quante sono le persone che leggono ciò che l’influencer scrive sul web o guardano le foto e i video che l’influencer mette in rete. Ebbene: l’immagine dei rifugi trentini, grazie agli influencer, è arrivata fino in Corea del Sud. Con un ritorno di immagine che potenzialmente può tradursi in turisti coreani che vengono in Trentino per godersi l’accoglienza e il calore che i rifugisti trentini sanno offrire. Il sito dell’associazione rifugi del Trentino – altro argomento esposto – ha più volte avuto picchi di oltre due milioni di visualizzazioni.
Numeri importanti e in continuo aumento. Per quanto riguarda la presenza sul web dei singoli rifugi, è stato evidenziato che alcuni rifugisti sono diventati molto abili a raccontarsi sui social. «I rifugi del Trentino sono luoghi solidi, costruiti nel tempo e radicati nella nostra identità alpina – ha detto la presidente dell’associazione Roberta Silva – ma sono anche spazi che vivono e si rinnovano attraverso le persone che li gestiscono e soprattutto attraverso i giovani che si avvicinano con entusiasmo a questo mestiere. La stagione appena conclusa è stata segnata da un andamento altalenante. Il meteo continua a essere l’elemento più imprevedibile: un fattore che influenza presenze, approvvigionamenti, gestione del personale e, a volte, anche lo stato d’animo con cui affrontiamo la quotidianità nei rifugi. Nonostante questo, possiamo dire che l’estate 2025 è stata positiva». All’assemblea ha partecipato anche l’assessore provinciale di riferimento Roberto Failoni il quale ha puntualizzato «la vicinanza della Provincia che negli ultimi sette anni ha sempre finanziato tutte le richieste arrivate dai rifugi privati e dai rifugi Sat. Ritengo che è arrivato il momento di aprire un dialogo tra associazione dei rifugi, Sat e Provincia per vedere assieme quali sono le difficoltà dei gestori e capire quali possono essere le soluzioni».
Nel corso dell’assemblea è emersa anche la proposta di proporre un patentino per aspiranti rifugisti. La Provincia – fa sapere Failoni – lo prenderà in considerazione
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