Scuola

sabato 6 Aprile, 2024

I presidi trentini pronti a discutere di riforme con Gerosa: «Ma serve la revisione delle carriere»

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Parla Maura Zini, presidente dell'associazione nazionale presidi: «Contrari all'esame di riparazione»

Carenze formative, formazione professionale e alternanza scuola-lavoro. I dirigenti scolastici aprono alle tre ipotesi di riforma dell’assessora provinciale all’istruzione Francesca Gerosa, seppur con qualche distinguo. In ordine, ok alla revisione del sistema di recupero delle carenze, ma non al ritorno dell’esame di riparazione. Ok alla riforma della formazione professionale, ma «si rendano più inclusivi licei e istituti tecnici». Infine, per quanto riguarda la riduzione delle ore di alternanza, «si faccia prima un’analisi». Non solo. «Si riprenda in mano il tema della carriera docenti», è l’appello di Maura Zini, presidente provinciale dell’Associazione nazionale dei presidi (Anp).

Dirigente, l’assessora Gerosa ha dato mandato al suo Dipartimento di istituire tre commissioni tecniche per affrontare le riforme. Condivide questo metodo?
«È apprezzabile l’intento di andare a fondo nelle singole tematiche attraverso un approfondimento tecnico e, allo stesso tempo, attraverso l’ascolto dei diversi soggetti coinvolti. Sul metodo c’è massima apertura da parte nostra».

Una delle riforme riguarderà la revisione del sistema di recupero delle carenze formative. Come bisogna approcciarsi al tema?
«Il tema deve essere inserito all’interno di una cornice più ampia, quella della valutazione. Non bisogna limitare la discussione alla ricerca di una modalità diversa per il recupero delle carenze formative. Bisogna inquadrare la questione in un orizzonte più ampio».

Perché?
«Stiamo parlando di valutare le competenze degli studenti, ma noi che tipo di valutazione vogliamo? Non basta solo una valutazione degli apprendimenti, bisogna fare una valutazione per l’apprendimento. Vogliamo una scuola che promuove il successo formativo degli studenti oppure una scuola che valuta soltanto dando un feedback?».

Ma ritiene che ci sia l’esigenza di prevedere una terza via?
«Diciamo che la via trentina è migliorabile, ma sicuramente è più efficace di quella italiana».

C’è invece la necessità di ripensare il sistema della formazione professionale?
«È sicuramente condivisibile la volontà di qualificare la formazione professionale, assegnandole la giusta collocazione e visibilità nei confronti delle famiglie. La formazione professionale sta già facendo molto. È giusto orientarla al diploma, ma anche in questo caso dobbiamo fare un ragionamento più ampio. Bisogna riflettere su tutta la scuola secondaria. Ianes ha parlato di segregazione formativa: ecco, per superare questo, occorre agire anche sull’istruzione liceale e tecnica affinché questa diventi più inclusiva. Non occorre lavorare solo sulla formazione professionale, ma bisogna rendere più inclusive le altre scuole».

Infine, la riforma dell’alternanza scuola-lavoro. È d’accordo con la riduzione del monte ore? Secondo l’assessora questo permetterebbe di migliorare la qualità dei percorsi.
«Bisogna analizzare i dati e capire effettivamente qual è la situazione. Bisogna capire quanti percorsi di alternanza corrispondono davvero al percorso di studi. Se c’è un numero eccessivo di ore, si può anche decidere di contenerle».

L’assessora ha parlato anche della creazione di piattaforma unica per tutte le proposte di alternanza. Cosa ne pensa?
«Può essere interessante come proposta, ma attenzione: possono esserci specifici percorsi di alternanza legati al territorio o ai singoli studenti che le scuole possono gestire in autonomia. La piattaforma unica può essere uno strumento utile, ma di integrazione».

L’assessora ha individuato le vere priorità della scuola trentina?
«Sono alcune priorità, quella più ampia è la riforma della formazione professionale perché stiamo parlando di un settore importante dell’offerta formativa trentina».

L’assessora ha invece liquidato la carriera docenti.
«Prendiamo atto di questa posizione, ma secondo noi bisogna tornare a riflettere su questo tema. Se vogliamo qualificare l’offerta formativa, dobbiamo lavorare anche sulla qualità della professionalità del docente. Riprendere in mano il tema dello sviluppo professionale dei docenti può rappresentare un contributo importante al miglioramento della scuola».