Elezioni 2023

domenica 19 Marzo, 2023

Elezioni, la minoranza PD gela il partito. Betta: «No alla spallata su Valduga»

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Spaccatura dentro il Pd sul candidato presidente: «Pericolose forzature sul nome»

Il giorno dopo l’assemblea del Pd che ha dato un mandato «largo pieno» al segretario Dal Ri per chiudere sul nome del candidato presidente, con un invito pressante da parte della maggioranza di puntare sul sindaco di Rovereto Valduga, la minoranza di Alessandro Betta (nella foto) insorge: «Siamo rimasti sorpresi, amareggiati e preoccupati. Il segretario Dal Ri, che fino a poco prima rassicurava che non avrebbe fatto forzature, ha chiesto un mandato pieno per decidere il nome del candidato presidente del centrosinistra». E Betta racconta di un’assemblea in cui si è invece fatto il contrario: «Siamo rimasti esterrefatti nel sentire alcuni interventi programmati nello stile da tifosi». Questo il tenore: «Abbiamo vinto il congresso, adesso decidiamo noi, voi non siete nessuno e Valduga a noi va bene. Posizioni — osserva l’esponente della minoranza — che sconfessano lo stesso Dal Ri, che durante il congresso e fino alla scorsa settimana ripeteva che avrebbe fatto anche una proposta come Pd al tavolo di coalizione. In pochi giorni — continua Betta — un cambio di rotta totale e che ne mina la credibilità».
Il sindaco, che venerdì ha partecipato all’assemblea che in sostanza ha dato il via libera a chiudere sul nome di Valduga, insiste sul metodo: «L’interesse di chi dice di aver a cuore il Trentino dovrebbe essere condividere in maniera più ampia possibile il nome del candidato presidente, e soprattutto il progetto che quel nome dovrebbe rappresentare. Pensare di andare avanti a spallate è la premessa per indebolire qualunque nome venga proposto a quel tavolo». E torna sui lavori dell’ultima assemblea: «Dopo una relazione molto scarna del segretario che chiedeva un mandato pieno, senza fare nomi, si sono susseguiti alcuni interventi, soprattutto dei componenti della mia mozione, che chiedevano condivisione nel percorso; mentre altri, pur non richiesto e fuori dall’ordine del giorno, manifestavano apprezzamento per Valduga. E ho dovuto precisare — afferma Betta — che non era quella la sede per parlare di nomi, visto che non c’era stata nessuna relazione su candidature e posizioni in coalizione». E arriva a dire, marcando la differenza con il segretario Dal Ri e con la maggioranza del partito, che se all’ordine del giorno ci fosse stato il punto sulle proposte alla presidenza della Provincia avrebbe sostenuto altri, non certo Valduga: «Avrei manifestato un apprezzamento e una preferenza per Paola Demagri, ma non certo contro qualcuno». E spiega: «L’ambiguità della situazione ha portato alcuni di noi a lasciare l’assemblea, altri a votare contro la relazione del segretario, che pure non era un voto su un nome specifico come candidato presidente; relazione che però ha avuto 32 voti a favore su 61 aventi diritto».
L’auspicio è che «si comprenda presto che l’autorevolezza in politica non si acquisisce a spallate o con sotterfugi», e aggiunge: «Si acquisisce con la forza della persuasione e della discussione autentica. Non si abbia timore del confronto, perché muovendosi in questo modo si creano le premesse per una nuova sconfitta elettorale del Pd e della coalizione stessa». Allo stesso tempo, Betta non rinuncia a mettersi comunque a disposizione: «Se si volesse davvero avviare una fase di collaborazione dentro al Pd, per lavorare insieme già nelle prossime riunioni della direzione, per costruire la migliore proposta per una coalizione vincente, noi ci siamo».