L'intervista
domenica 5 Ottobre, 2025
Dal Muse al Bonporti, la nuova vita di Lanzinger: «Suonavo la viola, la musica fa parte di me»
di Patrizia Rapposelli
Geologo e paleoantropologo, e ora presidente del Conservatorio di Trento e Riva: «Una sfida avvincente, porterò la mia esperienza gestionale. Fondamentale la collaborazione»

«Il compito del conservatorio? Creare cultura musicale in modo che i ragazzi possono farla propria». Michele Lanzinger, neo presidente del Conservatorio Francesco Antonio Bonporti, ha già una visione chiara sul futuro della scuola di musica di Trento e Riva del Garda: «Lascerò che le competenze musicali, presenti all’interno della struttura, abbiano la possibilità di esprimersi al meglio con la mia esperienza gestionale».
Dunque, con «prudenza e dialogo costruiremo un percorso di persuasione culturale con proposte e programmazioni».
E ciò avverrà attraverso «la collaborazione con i professionisti del Bonporti». Lanzinger subentra a Claudio Martinello e resterà in carica per tre anni. La scelta è ricaduta sul geologo e paleoantropologo, già direttore del Muse, per l’alta qualificazione manageriale e la lunga esperienza nella direzione di istituzioni culturali.
Cosa significa per lei ricoprire questo nuovo incarico al Bonporti?
«È una sfida che mi convince, perché pur sapendo che le mie esperienze musicali appartengono al lontano passato, sono consapevole delle trasformazioni avvenute nel mondo culturale e di come la musica continui a incidere sulla nostra società. Mi appresto, con attenzione, a esplorare con dei professionisti il ruolo della cultura musicale e, di questo, sono entusiasta».
Lei ha diretto per tanti anni il Muse, come inciderà questa esperienza sul futuro del conservatorio?
«Al Bonporti è grande la capacità di unire il compito di formazione con una dimensione del ruolo culturale della musica che trova perfettamente relazione con la mia esperienza di ente museale. Anche al Museo la componente culturale si associa alla capacità di gestire e, in questo senso, la mia esperienza potrà chiaramente essere d’aiuto».
In che modo? Ha già degli obiettivi chiari da perseguire?
«Ho una sola idea ben chiara in testa: riproporre la collaborazione con i professionisti del conservatorio come elemento fondante. Poi, sulla visione e l’anticipazione degli scenari futuri non mi esprimo. La progettazione e la programmazione avverranno con il tempo, ma, soprattutto, nell’ambito dello sviluppo delle relazioni con questa struttura».
Quando si metterà ufficialmente nei panni di presidente del Bonporti?
«La nomina è molto fresca, non ho ancora avviato i primi contatti. Conto già nei prossimi giorni di mettermi al lavoro e di iniziare, con i professionisti del conservatorio, a costruire insieme il futuro».
Lei è un geologo con alle spalle una formazione musicale. Ci racconti della sua passione.
«Non sono un professionista della musica, ma mi affascina nel profondo. Fin da giovanissimo mi sono diplomato in viola al liceo musicale di Trento, ho suonato in orchestre giovanili e amatoriali, ho collaborato anche con l’orchestra I Filarmonici, di cui sono stato presidente fondatore. La musica fa parte di me».
Cosa rappresenta per lei la musica?
«È vita quotidiana, luogo di esplorazione e collante sociale. Non esiste società dalle più tribali alle tecnologiche in cui la musica non ha un ruolo fondamentale, evidentemente è parte integrante del modo di essere Homo Sapiens. E dicendo questo viene fuori la mia indole scientifica naturalistica. Importante trasmettere ai giovani l’educazione musicale in modo che possono farla propria e interpretarla».
Un’ultima domanda, Beatrice Venezi sarà la nuova direttrice musicale dell’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia. Le maestranze della Fenice di Venezia stanno protestando da giorni per questa nomina calata dall’alto. Qual è la sua opinione?
«Non ho elementi per esprimere giudizi».