Il progetto

sabato 9 Agosto, 2025

Da Riva a Malcesine, da Arco a Garda: cresce il numero di sindaci contrari alla ciclovia: «Nel mio comune le spiagge non si toccano»

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Riva ed Arco ora sono contrari, il comune di Garda non la vuole a San Vigilio, la costa bresciana ha detto no in favore delle navette. Tutti i nodi

Quel sogno chiamato anello ciclabile della ciclovia del Garda è sempre più uno spezzatino di tracciati, sconnessi e scollegati tra loro con tratti che finiscono letteralmente nel vuoto (come sarà a breve a Malcesine o come è ora momentaneamente a Riva ndr) con una serie di sindaci che non hanno intenzione di veder deturpate le proprie spiagge e coste dal passaggio della ciclovia del Garda.

 

Dopo la già ben nota contrarietà del sindaco di Riva Alessio Zanoni a quei tratti a sbalzo in lamiera e la forte presa di posizione della Lombardia che ha stralciato a chiare lettere ben 40 chilometri di tracciato per sostituirli con navette ibride da Gardone Riviere a Limone, ora si fa largo anche la rigida posizione del sindaco di Garda, Davide Bendinelli, che è pronto a mettersi di traverso se il tracciato passerà, come ad oggi previsto, sulle spiagge comunali. Tra queste, la più particolare e pittoresca, nonché una delle immagini promozionali per eccellenza del lago di Garda nel mondo: punta S. Vigilio. «Un punto deve essere chiaro e cioè che l’attuale tracciato che passa sulle nostre spiagge non è accettabile e da lì la ciclovia del Garda non passerà – sentenzia Bendinelli -. Vorrei una revisione che prenda in esame un tracciato diverso e che possa passare nell’entroterra o al limite allargandosi sulla Gardesana, ma le nostre spiagge non devono essere toccate. Stiamo parlando – continua il sindaco di Garda – di un tratto non oneroso e non lunghissimo pari a circa due chilometri e sono fermamente convinto che si possa rivedere il progetto perché così non va bene».

 

Nel frattempo in Senato la senatrice Aurora Florida e i senatori Luigi Spagnolli, e Pietro Patton hanno depositato due interrogazioni che spingono affinché il Ministero si faccia carico degli attuali problemi di sicurezza oltre che uscire allo scoperto sull’esposto alla Corte dei conti di Roma e Trento fatto a maggio scorso dal Coordinamento interregionale per la tutela del Garda. «Ci dicano cosa ne è stato della fondatezza delle critiche rilevate dal Coordinamento – spiega Florida e se sia stata fatta un’analisi strutturale del rischio connesso alla prossimità tra le gallerie ciclabili progettate e le infrastrutture esistenti. Inoltre – continua Florida abbiamo informato il Ministero che sulla piattaforma Komoot, che ha circa 45 milioni di utenti viene pubblicizzato il nuovo tratto di ciclabile di Riva e viene invitato il fruitore a trasportare la bici sopra il muretto esposto o di tornare indietro, per poi comunque immettersi nella già trafficata strada statale».

 

 

Nel frattempo l’amministrazione di Riva guidata dal sindaco, Alessio Zanoni, ha deciso di fare pressione in Provincia scrivendo al commissario della ciclovia del Garda, Francesco Misdaris, chiedendo: «formalmente che nessun tratto della Ciclovia sarà preso in carico dal Comune, che non si assumerà alcuna responsabilità gestionale o manutentiva, ordinaria o straordinaria. La responsabilità dell’intera opera, in tutte le sue fasi manutentive e gestionali dovrà rimanere in capo alla Provincia». Viene poi chiesto di rivalutare l’intermodalità quale unica via percorribile. Fortemente contraria anche la sindaca di Arco, Arianna Fiorio: «Costi elevati e danno ambientale, per noi è da riprogettare». Infine anche a Malcesine, Giuseppe Benamati, non è intenzionato a procedere verso Nord e, dopo la galleria ciclabile realizzerà una piazzola per tornare indietro.