Il consorzio

mercoledì 28 Dicembre, 2022

Cles, nuovo stabilimento per le mele bio

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Maxi investimento di Melinda in Val di Non: 27,5 milioni di cui 9,6 da Roma e Trento. Accordo con Provincia, Ministero del Made in Italy e Invitalia. Impianti hi-tech per 12 milioni, 18 neo assunti, filiera rafforzata

Maxi progetto del Consorzio Melinda per realizzare uno stabilimento di produzione con indirizzo esclusivo alla lavorazione delle mele biologiche. Il nuovo centro di lavorazione sarà realizzato ristrutturando lo stabilimento produttivo di Cles. L’investimento complessivo, che comprende un progetto di ricerca e sviluppo sul riutilizzo degli scarti di produzione, vale 27 milioni e mezzo di euro e prevede 18 occupati in più entro il 2027, anno in cui dovrebbe essere completato. Grazie ad un accordo con il Ministero delle imprese e del Made in Italy, ex Sviluppo economico, Invitalia, cioè l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti, e la Provincia, l’operazione sarà sostenuta da contributi pubblici per 9,6 milioni di euro, di cui 8,4 dal Ministero e 1,2 da Piazza Dante.
Lo scorso febbraio Melinda aveva presentato il progetto a Invitalia, che è il soggetto gestore delle agevolazioni previste dal decreto del Ministero del 2014 sui Programmi di sviluppo rilevanti per il rafforzamento della struttura produttiva del Paese. Nell’ultima riunione prima di Natale, la giunta provinciale, su proposta dell’assessora Giulia Zanotelli, ha approvato lo schema di Accordo di sviluppo tra Provincia, Invitalia, Ministero e Melinda che mette in moto la procedura di sostegno all’investimento.
Come si ricorda nella delibera, il programma di investimento industriale presentato dal Consorzio Melinda riguarda la lavorazione, il confezionamento e la frigoconservazione delle mele biologiche e della varietà Renetta Canada Bianca Dop conferite dai soci e comprende un progetto di investimento produttivo e un progetto di ricerca e sviluppo. Sul versante produttivo, il Consorzio intende ristrutturare lo stabilimento di Cles e inserire nuove linee di produzione più efficienti mediante l’acquisto di macchinari e impianti industriali tecnologicamente evoluti e in linea con i requisiti di Industria 4.0. L’investimento permetterà tra l’altro il confezionamento del prodotto in diverse tipologie di packaging, dai vassoi ai sacchetti, ai film biodegradabili, ai vassoi di cartone. Inoltre, lavorare il prodotto biologico in un’unica sala di lavorazione dedicata garantirà l’assenza di contaminazioni con prodotto lavorato secondo il metodo integrato.
Attraverso il progetto di ricerca e sviluppo sperimentale denominato «MeByC (Mela Byproducts Circolare)-Tecnologie innovative ed economia circolare per prodotti sani e processi rispettosi», la società intende sviluppare impianti e tecnologie per la massima valorizzazione circolare degli scarti del processo produttivo e dei sottoprodotti della mela biologica e della Renetta Canada Bianca, tramite l’estrazione di composti bioattivi e residui di processo per un loro completo riutilizzo. Verranno riutilizzate le mele intere di scarto biologiche, non adatte alla vendita nel mercato del fresco, e il cosiddetto «marco mela», che è lo scarto finale derivante dalla trasformazione delle mele in succo di frutta o puree.
Nel complesso i progetti fanno riferimento a obiettivi generali come una migliore qualità del prodotto e le conseguenze positive sulla salute umana, una migliore conservazione della biodiversità del pianeta, l’azione di immagazzinare carbonio nel suolo sotto forma di humus con un conseguente impatto positivo sui cambiamenti climatici.
Secondo Provincia e Ministero, il progetto è da considerarsi di particolare valenza strategica. Pesano positivamente sulla valutazione l’impatto occupazionale, 18 unità lavorative in più entro il 2027, le rilevanti innovazioni di processo e di prodotto previste dall’investimento, con 12 milioni di euro di impianti hi-tech in linea con Industria 4.0, il consolidamento della filiera di appartenenza, il contributo allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile.
Per quanto riguarda le cifre, il progetto di investimento produttivo vale 24 milioni 501mila euro, mentre il progetto di ricerca e sviluppo è pari a 2 milioni 983mila euro. In tutto, 27 milioni 484mila euro. Il contributo a fondo perduto per il nuovo stabilimento sarà di 8 milioni di euro, il sostegno pubblico alla ricerca ammonterà a 1 milione 368mila euro. In più ci saranno 191mila euro di costi di gestione dell’intervento. Lo Stato ci metterà 8 milioni 414mila euro, la Provincia 1 milione 150mila euro.
Il bilancio di Melinda chiuso il 31 luglio scorso ha visto un fatturato di 276 milioni di euro, che salgono a 283 milioni di euro con il consolidamento della Ad Chini, acquisita a febbraio. Il volume d’affari è in calo rispetto ai 324 milioni di euro del 2021. L’utile consolidato è pari a 862mila euro. L’annata 2021-2022 non è stata tra le più favorevoli, a causa soprattutto del maltempo e della grandine dell’estate 2021 che ha ridotto la produzione di mele dalle 422mila tonnellate dell’anno precedente a 416mila tonnellate. La remunerazione ai 4.000 soci delle 16 cooperative del Consorzio è diminuita del 25%, da 51 centesimi al chilo a 38,4 centesimi al chilo. Anche quest’anno le quantità sono in calo, ma la qualità è considerata ottima.