Il caso
venerdì 24 Novembre, 2023
Cia e Gerosa disertano la giunta. Ma senza dimissioni lo stipendio resta da assessori
di Donatello Baldo
In otto giorni, quindi dal 17 novembre ad oggi, senza far nulla hanno già incassato 3.569,6 euro

C’è chi ha già fatto i conti. In otto giorni, quindi dal 17 novembre ad oggi, senza far nulla hanno già incassato 3.569,6 euro. Lordi, ma in molti non arrivano a questo lordo nemmeno per un mese intero di lavoro. Francesca Gerosa e Claudio Cia (va detto, quest’ultimo obtorto collo) hanno deciso di non entrare nell’esecutivo di Fugatti, per intanto rimanere fuori, nell’attesa che il braccio di ferro tra Lega e Fratelli d’Italia non si sia risolto. Gerosa vuole per sé la vicepresidenza, che Fugatti non le vuol dare. Una partita che sta investendo i partiti anche a livello nazionale, ma sta di fatto che i due esponenti della Fiamma in giunta non ci vanno. Ma non si dimettono, non hanno rinunciato all’incarico affidato loro da Fugatti con tanto di ordinanza.
Un atto vincolante, e di fatto Cia e Gerosa sono assessore e assessora della Provincia Autonoma di Trento. Ne dà conto anche il sito istituzionale, con i due che campeggiano sorridenti assieme agli altri colleghi nella pagina web dedicata alla giunta provinciale: «Claudio Cia, assessore alle politiche per la casa, disabilità, mobilità e trasporti»; «Francesca Gerosa, assessora all’istruzione, cultura, giovani e pari opportunità».
Dicevamo dell’indennità, che seppur assenti per questioni del tutto politiche, percepiscono ugualmente. Ogni giorno — dividendo il totale mensile per 30 — sono 446.2 euro.
E dicevamo delle mancate dimissioni, o «congelamento» della carica. Per le minoranza, ma anche dalla maggioranza, si tratterebbe — almeno da un punto di vista lavorativo — di assenteismo. E c’è chi pensa a una segnalazione alla Corte dei Conti. Per ora è solo un’ipotesi, si sta studiando la materia, e prima della formalizzazione si preferisce non esporsi. Ma la domanda è semplice: «Si tratta di un incarico amministrativo, di un ruolo operativo e non di rappresentanza. Insomma, non fanno politica gli assessori, governano il Trentino. E ad oggi — spiega un esponente dell’opposizione — non hanno fatto assolutamente nulla, rinunciando per principio di prendere possesso dei loro uffici. Prendendo però un’indennità». Il ricorso alla Corte dei Conti è un’opzione: «Anche un dovere se ci sono le basi giuridiche per farlo».
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