L'intervista

venerdì 24 Maggio, 2024

Chico Forti, la mamma: «Mio figlio bellissimo come quando l’ho lasciato. I canederli? La prossima volta»

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Com’è stato l’incontro con il mio Chico? Ci siamo stretti in un abbraccio intenso, poi sono rimasta mano nella mano con lui sul divano per tutte le quattro ore che ci erano state concesse dal tribunale. Una grande emozione, sono così felice. Sono ringiovanita di dieci anni ora che ho potuto rivederlo». Il giorno dopo la tanto attesa visita del figlio Chico Forti, mamma Maria Loner, 96 anni, è ancora visibilmente emozionata. Occhiali da sole inforcati, sorride e stringe le mani ad amici e conoscenti che la fermano nel quartiere di Cristo Re, in piazza General Cantore, dove abita. Erano passate le 11 di ieri quando l’anziana è uscita di casa, avanzando a rilento a braccetto con il figlio Stefano che la sosteneva. Pochi minuti solo, per non affaticarsi ulteriormente. Il tempo di scendere nell’edicola sotto casa per comprare i giornali e leggere gli articoli sul suo Chico che è tornato a trovarla dopo un’attesa durata sedici anni, con oltre cento persone ad attenderlo. Un’accoglienza di cui ieri ancora si chiacchierava sui tavolini dei bar, nei negozi e sulle panchine dei giardini. Perché tante telecamere, tanto clamore, lì non si erano mai visti.
Signora Maria, come ha trascorso la notte?
«Ho dormito poco: dopo che Chico se n’è andato è subentrata l’agitazione. Durante la notte il pensiero fisso era lui. Quando potrò rivederlo. Eppure ieri (mercoledì ndr), quando eravamo assieme, ero tranquilla. Emozionata ma tranquilla. Questo anche grazie all’assistenza amorevole di mio figlio Stefano e di Wilma (la compagna di Gianni Forti, fratello del marito Aldo morto di crepacuore nel 2001 per la condanna all’ergastolo inflitta al figlio dai giudici americanindr)».
Finalmente è riuscita a vedere il suo Chico dopo sedici anni..
«Lo avevo visto l’ultima volta nel 2008, per i miei ottant’anni, all’interno del carcere di Miami dove era recluso. Allora ero convinta che non sarebbe più successo, glielo avevo anche detto salutandolo. Ci sono stati momenti in cui ho pensato che non lo avrei più riabbracciato. E invece ci siamo riusciti a rincontrarci… Mi sono sforzata di non piangere ma l’emozione era davvero tanta».
Si aspettava che l’incontro avvenisse in tempi così brevi?
«No, è stata una sorpresa. Quando è arrivata la chiamata dal carcere di Montorio Veronese che mi chiedeva se mi andava bene di organizzare l’incontro per mercoledì alle 13 la mia risposta è stata “Certo, quando volete, basta che Chico arrivi”».
E mercoledì ha varcato la porta di casa in cui non tornava da 27 anni.
«È stata una grandissima emozione, è stato bellissimo rivederlo. Non vedevo l’ora che arrivasse ma l’orario continuava a slittare: dalle 13 sono poi arrivate le 15. Chico era teso, stanco e molto emozionato. Entrato nell’appartamento, mi ha subito abbracciata e mi ha detto che mi vuole bene, cosa che gli ho ribadito pure io. Abbiamo passato il pomeriggio, le quattro ore concesse per l’incontro, mano nella mano, nel divano del salotto. Il tempo assieme è davvero volato. Alle 19 purtroppo ci ha dovuti salutare per rientrare in carcere ma confido ci possano essere altre sue visite».
Come si sente signora?
«Sono felicissima, davvero, rivedere Chico dopo tanto tempo mi ha fatto ringiovanire di dieci anni: sono rinata».
Ha uno scatto ricordo dell’incontro?
«Non ci è stato possibile farlo, al suo arrivo gli agenti ci hanno requisito i cellulari: niente foto e nessuna telefonata concessa. E nemmeno altre persone autorizzate ad incontrare Chico al di fuori di noi quattro. I nostri vicini, i dirimpettai, hanno solo potuto salutarlo a distanza».
Come ho trovato Chico?
«Era divino, bello, bellissimo, come quando l’ho lasciato sedici anni fa. Come se il tempo non fosse passato da allora. Sì ma pure tu sei bello (aggiunge scambiando uno sguardo amorevole, con il sorriso, al figlio Stefano, 71 anni ndr)».
Ma alla fine i canederli Chico li ha mangiati o no?
«Quando è arrivato aveva già pranzato e poi quelli che avevo preparato non sarebbero bastati per tutti, anche per gli agenti saliti a casa. Abbiamo mangiato comunque il dolce preso da Wilma, e i biscotti, sorseggiando thé e caffè. Ma Chico mi ha detto che assaggerà i miei canederli la prossima volta».
Che sarà a breve?
«Me lo auguro, ho le mie magagne dovute all’età ma resisto, tengo duro, in attesa di vederlo ed abbracciarlo ancora».