L'intervista

venerdì 9 Giugno, 2023

Cattoi: «Spray anti-orso anche alle imprese che esercitano attività economiche nel bosco»

di

La deputata e la proposta per le imprese impegnate in attività boschive. E sulla politica: «Senza Fugatti Fratelli d’Italia si autoesclude»

Magari non è una chiusura, perché – dice lei – «in politica tutto è sempre possibile». Ma Vanessa Cattoi, 42enne deputata della Lega, nemmeno le manda a dire a Fratelli d’Italia: «Non sostengono Fugatti? Così si autoescludono». Fa caldo e mica è solo l’estate: a pochi mesi dalle elezioni provinciali, rimane sul tavolo la distanza tra i due partiti principali del centrodestra. FdI che continua ad appoggiare la sua candidata presidente, Francesca Gerosa, il leghista Maurizio Fugatti che punta al bis ed «è blindatissimo, come ha detto anche il nostro segretario Salvini, del resto la sua buona azione amministrativa l’ha riconosciuta anche il Patt, che ha siglato un accordo diretto con il presidente» sottolinea la Cattoi. Che si divide tra Roma – dov’è impegnata nella commissione Bilancio della Camera – e Ala, dove vive con il marito e i due figli, Federico di 17 anni e Viola di 9.
Cattoi, è ormai impensabile un accordo?
«Ma no, gli scenari possono sempre cambiare. Ma non capisco perché siamo ancora messi così: FdI non ha mai voluto dialogare, ed è un partito che è nella maggioranza Fugatti. Il presupposto sarebbe tenere unita la coalizione, ma bisogna volerlo in due. Chiedete a FdI cosa ha intenzione di fare».
Lei dice: «Così si autoescludono». Sembra una sentenza…
«Noi le idee le abbiamo chiare: Fugatti ha governato bene e la maggioranza dei cittadini lo riconosce. Sul tema dell’orso, per esempio, pure gli elettori non di centrodestra o non leghisti hanno apprezzato le prese di posizione del presidente. In un quinquennio, aggiungo, in cui non ci siamo fatti mancare nulla tra Covid, crisi energetica, guerra. Se FdI vuole esserci, bene, altrimenti spiace ma andiamo avanti. Con l’attuale coalizione e il Patt partiamo già da una buona base per rivincere le elezioni».
Qualche grattacapo con gli alleati lo avete anche a Roma. Siete certi che Fratelli d’Italia voglia davvero l’autonomia differenziata per le regioni ordinarie?
«Non vedo differenze sostanziali con loro. Il testo di legge del ministro Calderoli è stato approvato in Consiglio dei ministri, se ci fossero stati problemi nella coalizione sarebbero emersi in quel frangente. Contano gli atti di governo, non le dichiarazioni. Poi è normale che ci possano essere sensibilità diverse tra i singoli esponenti, ciò che conta è che il Parlamento non stravolga il testo passato in Cdm. Se così fosse si porrebbe un problema politico. La Lega è nata per il federalismo e Lombardia e Veneto si sono espresse con un referendum. Non cederemo mai».
Ma l’autonomia differenziata per le regioni ordinarie influisce su quelle speciali?
«È un iter che riguarda solo le regioni ordinarie. Il Trentino però se ne avvantaggerebbe perché troveremmo servizi migliori anche nelle regioni vicine e non avremmo più i Comuni confinanti che chiedono di diventare trentini. Poi l’autonomia del Trentino e dell’Alto Adige non è solo speciale, è specialissima perché sancita da un accordo internazionale tra De Gasperi e Gruber e questo ci rassicura. Aggiungo: il Trentino è un conferitore, contribuisce a risanare il debito pubblico italiano versando 2,5 dei nostri 10 decimi di contribuzione. Il risultato è che in provincia ne rimangono 7,5».
Accennava prima all’orso. Lei ha presentato una proposta di legge, il cui iter è partito in commissione agricoltura alla Camera, per dare più poteri ai territori. E vuole estendere l’uso dello spray anti-orso…
«Il mio Pdl, in deroga alla direttiva europea Habitat, vuole dare a regioni e provincie autonome le competenze sulla gestione della fauna selvatica. Sono i presidenti di regione o delle province autonome conoscere meglio di tutti le caratteristiche orografiche del loro territorio e a intervenire con un approccio meno burocratico e ideologico rispetto a un ministero che dà ascolto a Ispra, che suo interno ha tecnici bravissimi ma senza esperienza diretta dei territori».
Chi contrasta la sua proposta accenna a possibili profili di incostituzionalità…
«Già molti paesi Ue abbattono gli orsi, quindi non c’è un profilo di incostituzionalità rispetto alla ratio della direttiva europea: cerchiamo solamente di superare alcuni limiti restrittivi che non ci permettono di essere efficienti nel gestire il problema orso».
Estendendo anche l’utilizzo dello spray non solo ai forestali…
«È un atto separato dal mio Pdl. Sullo spray anti-orso ho presentato un emendamento al decreto PA, che ora è in commissione affari costituzionali. Su questo possiamo fare un ragionamento comune anche con Verdi e animalisti, che condividono il principio dell’estensione. Credo che potremmo darlo in dotazione a tutti quegli enti ed operatori della montagna già regolamentati, ma anche alle imprese che esercitano attività economiche nel bosco».
In pochi mesi di legislatura sono sue già sette proposte di legge e numerosi atti parlamentari, spesso in materia economica. È anche coordinatrice dell’intergruppo contro il cancro. E nei weekend è in Trentino-Alto Adige per incontri e attività politica. Come concilia politica e famiglia?
«È complicato, ma devi avere una buona organizzazione e il supporto del marito e dei nonni. Se vuoi ottenere delle soddisfazioni, in qualsiasi ambito professionale, un minimo di sacrificio è richiesto. Questo è l’esempio che cerco di dare ai miei figli. Noi donne, se continuano a lamentarci senza metterci in prima linea, le cose non le cambiamo».
Però serve anche riformare il welfare. Cosa si può fare?
«Nel privato bisogna intervenire con degli incentivi, sia fiscali che contributivi, al datore di lavoro, in modo da facilitare e potenziare il part time per le madri lavoratrici finché i figli sono piccoli. Questo consentirebbe alla donna a non essere costretta ad avere un periodo di sospensione dal lavoro, fatto salvo che va sempre garantita la possibilità di scelta. Il lavoro è cambiato rispetto a vent’anni fa e se una donna sta fuori per troppo tempo perde il know-how ed è difficilmente reinseribile. Serve offrire opportunità, ma è necessario anche l’impegno delle donne».