il caso

giovedì 7 Marzo, 2024

Canazei, baita devastata durante il lockdown: 10 ragazzi faranno lavori utili e aiuteranno gli anziani

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Quanto al risarcimento con la famiglia proprietaria dell’immobile distrutto, la trattativa sembra essere quasi agli sgoccioli per la cifra di poco più di 50mila euro

Per la durata di sei mesi dovranno svolgere lavori utili per la collettività, dallo sfalcio dell’erba alla pulizia di muri imbrattati e strade per i loro Comuni di residenza, ma saranno impegnati anche ad aiutare gli anziani e i diversamente abili, prestando la loro attività in alcune realtà assistenziali del territorio. E questo senza dover mai venir meno al loro impegno sul lavoro, per chi di loro già con un’occupazione, e sugli studi. E, altro aspetto da cui non potranno prescindere, saranno tenuti a frequentare dei corsi educativi-formativi. Questo, a quanto emerge, il programma di messa alla prova, quindi di giustizia riparativa, elaborato dal servizio sociale minorile per una parte di ragazzi che a dicembre 2020, in periodo di lockdown, quando non avevano ancora 18 anni, avevano devastato un’abitazione di Canazei disseminando danni per oltre 130mila euro. I difensori di 10 di loro (gli indagati iniziali erano 17 ma nel frattempo 5, che hanno dimostrato di non avere responsabilità, sono usciti di scena) hanno chiesto l’ammissione a un programma di messa alla prova che prevede la sospensione del processo e l’affidamento appunto ai servizi sociali. Il giudice del tribunale dei minori ieri ha dato il via libera mentre nella prossima udienza si discuterà la posizione dell’undicesimo, per il quale l’avvocato ha chiesto il processo con rito abbreviato. Il legale dell’ultimo ha invece sollecitato il non luogo a procedere o, in subordine, il perdono giudiziale. La Procura dei minori di Trento, che ha chiesto per i dodici il processo, ha contestato loro, a vario titolo, i reati di danneggiamento in concorso e di invasione di terreni o edifici, sempre in concorso. Nella scorsa udienza gli imputati, alcuni dei quali nel frattempo diventati maggiorenni, si erano presentati davanti al giudice ammettendo le loro responsabilità e chiedendo formalmente scusa. Quanto al risarcimento con la famiglia proprietaria dell’immobile devastato, di fatto una baita, la trattativa sembra essere quasi agli sgoccioli per la cifra di poco più di 50mila euro. I danni quantificati erano di oltre 130mila. Allora, era dicembre 2020, in periodo di lockdown, il gruppo di minorenni (tra i 14 e i 16 anni), aveva scardinato la porta dell’abitazione e una volta dentro, complice anche l’abuso di alcol, aveva devastato tutto: sventrato e rotto la mobilia; mandato in frantumi piatti, vetri e finestre; lanciato fuori dall’abitazione lampadari, cassetti e, tra gli altri, elettrodomestici. Non senza lordare di urina il divano o vomitare nelle stanze. A tradirli un selfie fatto da uno di loro nella casa sfasciata e condiviso sui social.