L'opera
venerdì 11 Agosto, 2023
di Francesco Terreri
Oggi è in programma l’incontro tra Appa, l’Agenzia provinciale per l’ambiente, e Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) con la sua società di ingegneria Italferr per condividere il piano di indagine preliminare sull’area del cantiere del bypass ferroviario sequestrata dalla Procura, circa 9.000 metri quadri a nord e a sud del ponte dei Caduti di Nassiriya. Il piano preparato da Rfi è ritenuto un buon punto di partenza, carente però in diversi punti su cui arriveranno le prescrizioni di Appa. Ma l’Agenzia per l’ambiente, d’accordo col Comune, sta operando un pressing più ampio su Rfi: l’inquinamento è andato oltre il Sito di interesse nazionale di Trento nord, le aree ex Sloi e Carbochimica, serviranno molte più analisi e molti più interventi di bonifica di quelli preventivati dal piano di fattibilità della circonvallazione ferroviaria.
La bonifica si allarga
Nel maxi appalto per l’opera, che vale quasi 1 miliardo di euro, sono previsti 26,9 milioni per la raccolta, trasporto, smaltimento dei rifiuti, di cui 11,8 milioni per i rifiuti pericolosi, 2,5 milioni per la bonifica da ordigni bellici e 1,7 milioni per altri interventi di bonifica. Una cifra del tutto insufficiente anche solo per gli interventi che dovranno essere fatti sull’area sequestrata. Lo stesso Consorzio Tridentum – Webuild, Seli Overseas, Ghella, la trentina Collini Lavori e il team di progettazione Sws Engineering, Net Engineering, Pro Iter e Rocksoil – che ha vinto la gara per il bypass, è preoccupato di questi ulteriori costi e teme che gli vengano accollati se si trovano inquinanti durante i lavori (il T dell’8 agosto). E i terreni su cui si richiedono interventi sono più ampi di quelli inizialmente previsti. Già l’area sequestrata comprende una parte dell’ex Scalo Filzi, dove in questi giorni continuano i lavori per lo spostamento della linea Trento-Malè, che non comportano scavi e quindi sono autorizzati dalla Procura. Le attività in corso di bonifica delle rogge e del Lavisotto, a cura delle coop trentine Ecoopera e Consorzio Lavoro Ambiente insieme a Bsa del gruppo Iren, confermano che gli inquinanti della Sloi e della Carbochimica, principalmente piombo e idrocarburi, sono stati portati lontano. Sotto la massicciata ferroviaria, formalmente extra sito inquinato, è probabile che venga trovato qualcosa, sempre che i proprietari delle aree inquinate, in particolare la Tim di Albertini, lascino svolgere i carotaggi.
Ferrovie, accesso agli atti
Michela Bonafini, portavoce del Comitato di Via Brennero, ed Elio Bonfanti, portavoce del Comitato «11 domande», hanno presentato al Comune e a Rfi una formale istanza di accesso civico generalizzato, ai sensi dell’articolo 5, del decreto legislativo 33/2013, a due documenti di cui finora sono stati resi noti solo spezzoni: il Progetto di fattibilità tecnica economica plus, Pfte plus o arricchito, oggetto del bando di gara per il bypass, e la documentazione di gara, compresi i verbali della commissione aggiudicante e i punteggi conseguiti dalle imprese o raggruppamenti di imprese partecipanti. La richiesta è avanzata in quanto i Comitati rappresentati da Bonafini e Bonfanti sono portatori di interessi diffusi e in particolare di coloro che verranno coinvolti nel territorio interessato dall’imbocco a nord e a sud dell’opera pubblica.
Brennero, cantiere ultimato
Intanto sono state ultimate le opere principali del cantiere Sottoattraversamento fiume Isarco della Galleria di base del Brennero. I lavori, che valgono più di 300 milioni di euro, fanno capo ad un consorzio in parte simile a quello del bypass di Trento: capofila il colosso Webuild, nel raggruppamento la trentina Collini, il Consorzio Integra e l’austriaca Strabag, con il coinvolgimento di una filiera di 600 aziende. Il sottoattraversamento Isarco si identifica con la parte estrema meridionale del Tunnel di base, prima dell’accesso nella stazione di Fortezza. Il lotto ha previsto lo scavo di circa 6 chilometri di gallerie che corrono per 240 metri sotto il letto del fiume. Per la sua realizzazione, informa Webuild, sono state impiegate tecnologie innovative e all’avanguardia, come la tecnica di consolidamento dei terreni mediante congelamento, che permette di realizzare tunnel dove è forte la presenza di falde acquifere e nel pieno rispetto del contesto ambientale, preservando flora e fauna. Webuild è impegnata in cinque progetti nell’ambito della realizzazione della Galleria di base e delle tratte di accesso.