Montagna

sabato 16 Agosto, 2025

Botta e risposta fra Budel e Crepet: «Alcolismo? Potevo tenere tutto nascosto, ma non sarebbe servito a nulla»

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L'ex rifugista della Marmolada ribatte alle affermazioni del sociologo: «Non sono Messner, mica ci devo salire a ottomila metri»

Continua a far parlare di sé la vicenda di Carlo Budel, lo storico ex gestore di Capanna Punta Penia sulle Dolomiti che a giugno, mentre era ricoverato in ospedale, aveva raccontato sui social di essersi «rifugiato» nell’alcol dopo essere caduto in depressione, con l’intento di sensibilizzare sulle conseguenze di questi abusi.

 

Una confessione a cui, pochi giorni dopo, era seguita anche quella di un altro noto alpinista, Mauro Corona, che aveva raccontato di aver vissuto dai 20 ai 28 anni scolandosi «un’intera bottiglia di whisky, dodici birre e un litro di vino» quasi ogni giorno. Successivamente l’intervento sul Corriere della Sera dello psichiatra e sociologo Paolo Crepet, che spiegava come queste confessioni non servissero in realtà né a contrastare il fenomeno nei giovani né a dimostrare una qualche relazione tra gli abusi e la vita in alta montagna, citando come esempio l’alpinista altoatesino Reinhold Messner che «non ha fatto ottomila metri con litri di grappa in corpo»

 

Pronta la nuova risposta di Budel: «Nella vita si commettono errori, chi più grandi come me, e chi più piccoli – scrive l’ex rifugista della Marmolada sui social, citando la stessa intervista a Crepet – Io avrei potuto tenere tutto nascosto ma a cosa sarebbe servito? L’alcol è una brutta bestia specialmente tra i giovani quindi mi son detto, rendilo pubblico, prova a sensibilizzare questo problema e in tantissimi mi hanno scritto come fare per uscire da questa dipendenza». Poi, la battuta: «Comunque caro Crepet io mica ci devo salire a 8.000 metri…».