l'intervista

mercoledì 26 Novembre, 2025

Bosnia Erzegovina, trent’anni fa gli Accordi di Dayton che posero fine alla guerra. «Ora cresce la retorica della secessione»

di

Nicole Corritore e Mario Abram, giornalista e ricercatore senior dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa: «Il negazionismo del Genocidio
di Srebrenica - promosso apertamente anche da politici serbo-bosniaci di alto livello - e di altri crimini resta uno dei problemi principali rispetto alla necessità di affrontare i nodi del passato»
Sono le 11.30, le 17.30 in Italia, del 21 novembre del 1995 quando il presidente americano Bill Clinton, che pronto ha anche un comunicato per sancire il contrario, si presenta davanti alle telecamere nel Giardino delle Rose della Casa Bianca per dare l’annuncio che tutto il mondo attende; da Dayton, località dell’Ohio assurta a sacrario della Realpolitik, gli ha telefonato il Segretario di Stato Warren Christopher: «Hanno firmato. C’è l’accordo» gli ha comunicato. L’accordo è stato raggiunto portando al tavolo l’allora presidente della Bosnia Erzegovina, Alija Izetbegović, e i suoi omologhi di Serbia e Croazia, Slobodan Milošević e Franjo Tudman, decretando la fine della guerra in Bosnia-Erzegovina e...

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