Mondo

mercoledì 29 Marzo, 2023

Ancora tafferugli in Francia. Chiusi Louvre e Torre Eiffel

di

Decimo giorno di proteste. I numeri sono però in calo

Una nuova giornata di mobilitazione in Francia, la decima, ha coinvolto decine di migliaia di persone in tutto il Paese per protestare contro la riforma delle pensioni voluta dal governo. I numeri dell’adesione oscillano tra i 740mila manifestanti registrati dal ministero dell’Interno, e gli oltre 2 milioni riferiti dal sindacato Cgt. Dati comunque in calo rispetto alla mobilitazione di giovedì scorso in cui i sindacati avevano contato 3,5 milioni di partecipanti. Ma quella di ieri non sarà l’ultima giornata di proteste, una nuova mobilitazione è stata già annunciata per il 6 aprile.

Già dal mattino le attese manifestazioni avevano riacceso i timori di nuove violenze, tanto da spingere il ministro degli Interni Gérald Darmanin a schierare 13mila agenti, di cui quasi la metà nella sola Parigi, un record dall’inizio delle mobilitazioni. Proprio nella capitale, dopo uno svolgimento pacifico del corteo che ha attraversato la città da place de la Republique a place de la Nation, alcuni cassonetti sono stati dati alla fiamme in boulevard Voltaire. La polizia è intervenuta, arrestando almeno 27 persone. Tensioni si sono registrate anche a Nantes, dove i manifestanti hanno lanciato proiettili contro la polizia che ha risposto con gas lacrimogeni. La filiale di una banca e i cassonetti davanti al tribunale sono stati dati alle fiamme. A Rennes invece, dove si sono radunate circa 22mila persone, un’agenzia di assicurazioni è stata saccheggiata.

L’ondata di proteste è stata segnata anche da uno sciopero generale, che ha coinvolto i dipendenti pubblici. Decine di lavoratori delle ferrovie hanno invaso e bloccato a Parigi i binari dei treni di Gare de Lyon a Parigi. Mentre perfino l’attrazione più famosa del Paese, la Tour Eiffel, ha chiuso ai visitatori, come già aveva fatto il Museo del Louvre appena il giorno prima. Torneranno invece da oggi al lavoro nella capitale i netturbini che dal 6 marzo non hanno più ripulito le strade della città e riprenderanno a funzionare gli inceneritori.

Ma nonostante i nuovi appelli dei sindacati affinché il governo sospenda la sua riforma, fortemente contestata, che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni, Macron non ha rilasciato nessun commento e sembra essere rimasto fedele alla sua decisione.