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sabato 29 Luglio, 2023

A Singapore prima esecuzione di una donna negli ultimi 20 anni

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Da marzo 2022, la città-Stato ha giustiziato 15 persone per reati di droga, una media di una al mese

Ieri, venerdì 28 luglio, Singapore ha giustiziato per impiccagione una donna giudicata colpevole di traffico di droga. La prima donna in quasi 20 anni. L’ultima donna nota per essere stata impiccata a Singapore è stata la parrucchiera 36enne Yen May Woen, sempre per traffico di droga, nel 2004.

Saridewi Djamani, questo il suo nome, 45 anni, era stata condannata a morte nel 2018 per aver trafficato quasi 31 grammi di diamorfina, o eroina pura, ha dichiarato il Central Narcotics Bureau che ha affermato, altresì, che la quantità trovata in suo possesso era «sufficiente ad alimentare la dipendenza di circa 370 abusatori per una settimana». Le leggi di Singapore, infatti, prevedono la pena di morte per chiunque sia condannato a trafficare più di 500 grammi (17,64 once) di cannabis e 15 grammi (0,53 once) di eroina.

L’esecuzione di Djamani è avvenuta due giorni dopo quella di un uomo della città-Stato, Mohammed Aziz Hussain, 56 anni, per un traffico di circa 50 grammi di eroina.

L’Ufficio narcotici ha dichiarato che a entrambi i prigionieri è stato concesso il giusto processo, compresi gli appelli contro la condanna e la sentenza e la richiesta di clemenza presidenziale, che è stata respinta.

Attivisti contro la pena di morte

Gruppi per i diritti umani, attivisti internazionali e le Nazioni Unite hanno esortato Singapore a fermare le esecuzioni per reati di droga, affermando che ci sono sempre più prove della loro inefficacia come deterrente. Ma le autorità di Singapore insistono ad utilizzare la pena capitale come deterrente per fermare la domanda e l’offerta di droga.

Secondo i gruppi per i diritti umani, da quando ha ripreso le impiccagioni nel marzo 2022, Singapore ha giustiziato 15 persone per reati di droga, una media di una al mese.