Il lutto
giovedì 27 Novembre, 2025
A Pergine l’ultimo addio per Nicola Pallaoro, la moglie Federica: «In pochi anni mi ha insegnato qual è l’amore vero»
di Matteo Arnoldo
Fuori dalla chiesa la sua amata moto. Don Brugnara: «I suoi organi hanno donato una nuova vita»
«Purtroppo mi ritrovo a vivere qualcosa che non avrei mai immaginato di dover fare così presto. Salutare mio marito». Queste le prime struggenti parole di Federica, moglie di Nicola Pallaoro, nel giorno dell’ultimo saluto al 34enne perginese, oggi (27 novembre) pormiggio. Pallaoro era morto lo scorso 24 novembre, a seguito delle ferite riportate in un tragico incidente a Porto Garibaldi, in provincia di Forlì.
«Lui – ha ricordato la donna – in pochi anni mi ha fatto conoscere l’amore vero. Quello che capita una sola volta nella vita. È stato un marito presente, un sostegno silenzioso e forte e sopratutto un padre meraviglioso per i nostri bimbi – continua la donna, la voce incrinata dal pianto – So che il suo esempio continuerà a vivere a lungo nella loro forza, dolcezza, nel loro modo di guardare il mondo. Otto anni insieme. Pochi per il tempo ma abbastanza per cambiare una vita. In questi giorni ci siamo sentiti circondati da tanto affetto dimostrato in mille modi. A tutti voi voglio dare un consiglio: ditelo quel “ti voglio bene” prima che sia troppo tardi. Amore mio, resterai per sempre nel mio cuore, nella mia quotidianità, nelle mie scelte. Negli occhi di Adele, nel modo di essere di Daniele. Dammi metà della tua forza e ti prometto che farò tutto il possibile per loro».
Le moto parcheggiate fuori dalla chiesa, due peluche ai piedi della bara con una lettera scritta dagli amici dei figli, l’omaggio del Coro Genzianella: quando una vita troppo breve lascia un vuoto immenso, ogni silenzio, ogni gesto, parla più di qualunque parola. Un silenzio denso, fatto di ricordi ed incredulità. Ieri pomeriggio l’intera comunità della Valsugana si è riunita intorno alla famiglia di Nicola, venuto a mancare nella giornata di lunedì, per dare l’ultimo saluto al 34enne di Roncogno. All’interno della chiesa parrocchiale di Pergine le panche si sono riempite presto; occupate da amici, colleghi e conoscenti. Ogni volto a raccontare una storia diversa, tutti incorniciati da un’espressione di dolore.
Durante la cerimonia, officiata da don Antonio Brugnara, è stata tanta l’emozione per la perdita prematura che è rivissuta nei ricordi che si sono susseguiti e attraverso i quali è emersa l’immagine di un giovane uomo che amava essere disponibile per gli altri. «Non ti saresti aspettato tutto questo. Diciassette giorni sospesi in cui è fiorito un vortice di affetto nei confronti dell’intera famiglia. – le parole degli amici Anna e Paolo – spesso abbiamo pensato che il bene che hai seminato, stia ora tornato indietro a cercare di avvolgere la tua famiglia che sta portando il dolore più grande con dignità, forza e apertura al prossimo. Sembra che nel dolore più profondo, nel buio più triste, si sia sprigionato un amore forte che fa da collante».
Un lutto sentito in tutta la comunità che, nel desiderio di dimostrare una vicinanza materiale alla famiglia, si è attivata nell’immediato con una racconta fondi che ben presto ha raggiunto quota 100mila euro e che serviranno a sostenere la moglie Federica e i figli della coppia.«Mi hanno detto che gli organi di Nicola hanno donato una nuova vita e che non ha passato un giorno in ospedale in cui qualcuno non sia passato a trovarlo. I bambini, prima, sono venuti a salutarlo in un momento estremamente drammatico. Questa è “cittadinanza dei cieli” – spiega don Brugnara – essa si manifesta tutte le volte che facciamo progetti, condividiamo una gioia e stiamo insieme». All’uscita dalla chiesa, il feretro è stato accompagnato dagli amici.