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martedì 25 Novembre, 2025

Pandorogate, la procura di Milano chiede un anno e 8 mesi per Chiara Ferragni

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L'influencer: «Abbiamo sempre fatto tutto in buona fede, nessuno di noi ci ha lucrato»

La Procura di Milano ha chiesto di condannare a 1 anno e 8 mesi Chiara Ferragni nel processo per truffa aggravata sul Pandoro Pink Christmas e la beneficienza legata alle uova di Pasqua. Il procuratore aggiunto di Milano, Eugenio Fusco, e il pm Cristian Barilli hanno chiesto di condannare a 1 anno e 8 mesi anche l’ex braccio destro di Ferragni, Fabio Damato. Chiesto un anno invece per il patron e ad di Cerealitalia, Francesco Cannillo. Il processo ripartirà il prossimo 19 dicembre quando prenderanno parola le difese. Il Tribunale intanto ha ammesso la costituzione di parte civile della Casa del Consumatore che, con l’avvocato Aniello Chianese, avanza richieste di risarcimento ma non ha ancora quantificato la cifra.

I soldi all’ospedale
Al centro della vicenda la beneficenza che sarebbe dovuta andare all’Ospedale Regina Margherita di Torino e che sarebbe servita ad acquistare un nuovo macchinario ed esplorare cure terapeutiche nei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing attraverso la promozione di 362.577 pandori ceduti alla grande distribuzione per il Natale 2022 e venduti al pubblico al prezzo di 9,37 euro a confezione invece che i 3,68 euro del prodotto standard. Per i legali dell’imprenditrice nessun reato è stato commesso e i procedimenti amministrativi sono stati tutti chiusi effettuando, tra l’altro, donazioni personalmente per oltre 3 milioni di euro.

In tribunale
Chiara Ferragni ieri è arrivata in Tribunale a Milano circa un’ora prima dell’udienza per sfuggire alle telecamere. «Abbiamo sempre fatto tutto in buona fede, nessuno di noi ci ha lucrato», ha sostenuto rilasciando dichiarazioni spontanee davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini. In aula l’imprenditrice ha ricostruito le vicende dei contratti di partnership stipulati con Balocco e Dolci Preziosi per le campagne benefiche di Natale 2022 e Pasqua ’21-’22 diventate oggetto delle contestazioni di Procura e guardia di finanza. Ferragni ha ribadito di aver sempre agito in buona fede e raccontato di come negli anni si sia impegnata in numerose attività di beneficenza, a partire dalla raccolta fondi lanciata nel marzo 2020 per sostenere l’ospedale San Raffaele nella creazione di nuovi posti letti all’interno del reparto di terapia intensiva da destinare all’emergenza Covid in piena pandemia e lockdown.
«Sono fiduciosa, non posso dire altro», ha poi dichiarato uscendo dall’aula del Tribunale di Milano. «Verrà fuori la sua innocenza», ha aggiunto l’avvocato Marcello Bana che assiste la 38enne con il collega Giuseppe Iannaccone.