I numeri

lunedì 24 Novembre, 2025

Violenza sulle donne: i dati in Trentino. Al 112 più di una telefonata al giorno

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I numeri salgono di più se si contano tutte le denunce: nel 2024 sono state 635. In otto casi su dieci avvengono all'interno del contesto familiare

Ogni forma di abuso nei confronti delle donne rappresenta una profonda ferita per l’intera comunità. Con questa consapevolezza, la Provincia autonoma di Trento ha rinnovato oggi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il proprio impegno nel promuovere azioni concrete di prevenzione e sostegno alle vittime. In tal senso, un contributo fondamentale arriva dal report «I numeri della violenza contro le donne in Trentino», elaborato dall’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere attraverso le metodologie condivise con la Cabina di regia. I dati – raccolti in collaborazione con Ispat, coinvolgendo le Procure della Repubblica di Trento e di Rovereto, le forze dell’ordine, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss), l’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa (Apapi) e i servizi antiviolenza – delineano un quadro utile a orientare le politiche di prevenzione e intervento, rafforzando la sinergia tra istituzioni e servizi. Presentata oggi nel corso del convegno promosso dalla Provincia insieme ai principali attori territoriali, l’indagine è stata arricchita quest’anno in via sperimentale con i dati relativi alle richieste di aiuto in situazioni di violenza registrate dalla Centrale unica dell’emergenza e con una sezione dedicata al contributo a favore di orfani di vittime di femminicidio.

I numeri della violenza sulle donne in Trentino riferiti al 2024

Nel 2024 vi è stato un ampliamento dei servizi antiviolenza, con l’apertura di una seconda casa rifugio e dei Centri antiviolenza (Cav) di Rovereto, Cavalese e Cles. È inoltre proseguito l’impegno per la formazione, con la qualificazione di oltre 600 operatori, e nelle campagne di sensibilizzazione e informazione. L’estensione dei servizi territoriali ha portato a un incremento del totale di denunce e di procedimenti di ammonimento rispetto al 2023 (+3,1%) e una crescita degli accessi ai servizi antiviolenza, sia residenziali (+37,4%), sia non residenziali (+26,5%).

Le denunce e i procedimenti di ammonimento sono stati 635, mentre 563 il totale delle denunce e dei procedimenti di ammonimento che coinvolgono unicamente le donne tra i 16 e i 64 anni (88,7% sul totale). L’incidenza sulla popolazione femminile è di 3,4 casi ogni mille donne, circa 1,5 casi al giorno. Nell’82,5% delle denunce e nel 100% dei procedimenti di ammonimento il presunto autore è un uomo che proviene dal contesto familiare, relazionale o lavorativo.

Le chiamate al numero unico di emergenza 112 sono state 399, di cui 355 per situazioni in cui la vittima della violenza è di genere femminile e 44 a situazioni registrate genericamente come violenza domestica. La media è di 33,3 chiamate al mese, con un picco di chiamate nei mesi estivi.

I Servizi residenziali e non residenziali

Nel 2024 vi è stata l’apertura di una seconda casa rifugio, consentendo di aumentare la risposta a situazioni di emergenza. Le donne accolte nella filiera dei servizi residenziali (casa rifugio, comunità di accoglienza madre/bambino e servizi di abitare accompagnato) sono state 125 (+37,4% rispetto all’anno precedente), di cui 34 nelle sole case rifugio (il dato più alto degli ultimi dieci anni). Le donne accolte tramite il Progetto emergenza (con collocamento in albergo) sono state 29; cinque sono state collocate in strutture residenziali fuori provincia. Nei servizi residenziali vengono perlopiù accolte donne giovani – il 68% è nella fascia 25-44 anni – con un titolo di studio basso (35,2% ha la licenza media inferiore) e non occupate (51,2%).

Le donne che si sono rivolte ai servizi non residenziali sono state 563 (+26,5%) e sono state seguite dai Centri antiviolenza gestiti dall’Associazione coordinamento donne e da Alfid. I Centri antiviolenza (Cav) hanno seguito un totale di 531 donne: 401 donne al Cav di Trento, 95 al Cav di Rovereto, 22 allo sportello di Cavalese, 13 a quello di Cles (attivati nel periodo febbraio-marzo 2024).

Si tratta prevalentemente di donne nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 54 anni (con una maggiore incidenza, pari al 28,2%, tra i 35 e i 44 anni), con un livello di istruzione medio-alto (il 51,3% ha il diploma e il 27,7% la laurea) ed economicamente più stabili (il 63,1% ha un impiego lavorativo).

Le donne accolte e seguite da entrambe le tipologie di servizi subiscono in forma prevalente violenza psicologica, ma quelle che si rivolgono ai servizi residenziali riportano più frequentemente anche violenza fisica (83,2% dei casi), sessuale (36% dei casi) ed economica (32,8% dei casi).

Il Centro per uomini autori di violenza (Cuav)

Nel 2024 hanno frequentato il percorso Cuav 75 uomini (+63%), di cui sette non indagati o con condanna. La legge del Codice Rosso prevede, per i reati relativi alla violenza domestica e di genere, lo svolgimento di specifici percorsi di recupero quale condizione per l’accesso alla sospensione condizionale della pena.

I Consultori e il Pronto soccorso

I consultori del Trentino hanno registrato un calo di accessi per la violenza sessuale e maltrattamenti (-43,2%): a fronte dei 95 accessi del 2023, nel 2024 sono stati registrati 54 accessi. Il dato è stato interpretato in correlazione all’aumento degli accessi al pronto soccorso ed al potenziamento del servizio offerto dai centri antiviolenza.

Gli accessi al Pronto soccorso per cause legate alla violenza (domestica e non domestica) sono aumentati dell’8,8%, arrivando a 520 (di cui 218 per violenza domestica).

Il contributo per gli orfani di vittime

Nel 2024 sono stati concessi 83 assegni (+12,16%). Nei territori della Comunità della Val di Cembra e della Comunità della Valle dei Laghi non è stata presentata alcuna domanda. Sono invece state accolte nove domande al Contributo a favore degli orfani di vittime di femminicidio e di crimini domestici presentate dagli orfani delle vittime dei tre femminicidi commessi in Trentino dal 2021.