Val di Fiemme

domenica 23 Novembre, 2025

Olimpiadi, la carica dei 3mila volontari al lavoro gratuitamente. La maggior parte sono donne

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Reclutati anche Mauro Dezulian, vicepresidente della Nordic Ski Fiemme, e Modesto De Silvestro, ex campione, combinatista nordico olimpico. «I trentini saranno i più numerosi ma arriveranno anche da altre parti del mondo»

Saranno più di 3mila i volontari coinvolti, in Val di Fiemme, per le Olimpiadi, in programma dal 6 al 22 febbraio, e per le Paralimpiadi, dal 6 al 15 marzo 2026. Un gruppo foltissimo di persone che, all’insegna «dell’importante è partecipare» —in vero spirito olimpico — si metteranno a disposizione perché l’organizzazione dei Giochi sia impeccabile e gli atleti diano il massimo, il pubblico si diverta. Gran parte dei volontari proviene dalla Val di Fiemme e dalle vallate vicine, Fassa e Cembra: lo zoccolo duro da sempre presente alla Marcialonga e alle gare di Coppa del Mondo delle discipline nordiche e di sci alpino che si volgono, da anni, in queste località. Assieme a questi irriducibili, anche tanti trentini e anche qualche straniero. Tra tutte queste persone appassionate di sport, eccone quattro dalle storie speciali.

Giuliano Vaia: «il veterano»
Giuliano Vaia è il comandante dei Vigili del Fuoco volontari che il 19 luglio 1985, per primo si recò a Stava per dare soccorso e non smise di scavare nel fango nei mesi successivi finché non finì all’ospedale per la stanchezza. Lui non mancherà alle Olimpiadi: «il veterano per eccellenza dei volontari». L’85enne di Tesero in Val di Fiemme è un’istituzione: dal 1989 non ha mancato una manifestazione sportiva internazionale come addetto al servizio sicurezza del Centro del Fondo di Lago di Tesero. «Da cinque anni sono “solo” volontario del servizio piste – racconta Vaia – ma in tutto sono 36 anni di presenza». Con le Olimpiadi, Giuliano Vaia corona una carriera esemplare. «È un traguardo a cui non pensavo di arrivare. Perciò sono contento perché l’ho sempre fatto con grande passione sia per lo sport, sia per servizio per gli altri». È tanta la sua esperienza: «L’entusiasmo è sempre quello, ma c’è stato un cambiamento: adesso è tutto più organizzato, invece, nel passato se c’era bisogno si dava una mano per dieci o quindici giorni». Quello che non è cambiato è lo spirito con cui si affronta l’esperienza del volontariato, specie alle Olimpiadi. «Sarà speciale l’ atmosfera: La vedo come un’aggregazione mondiale».

 

Martina Piazzi, la più giovane
Martina Piazzi è il volto giovane che coordinerà oltre 3mila volontari alle gare di Olimpiadi e Paralimpiadi che si svolgeranno in Val di Fiemme. Martina, in pochi anni, ha maturato molta competenza: «Ho cominciato nel 2023 con un tirocinio alla Nordic Ski Val di Fiemme, ho proseguito da volontaria per le competizioni di Coppa del Mondo di Skiroll, poi sono stata assunta alla Nordic Ski e, ora, eccomi qui — racconta — Fin da bambina ho avuto una grande passione per gli eventi sportivi e ho sempre dato una mano nelle manifestazioni del posto». Martina è entrata subito nel Team26, il programma di volontariato dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina. «Mi sono occupata del reclutamento dei volontari, in primis quelli della Nordic Ski Val di Fiemme, che hanno inviato le loro candidature. Poi, c’è stato il processo di selezione dei volontari. Ora siamo all’assegnazione del ruolo e poi continueremo con la pianificazione e la calendarizzazione dei turni, finché si passerà finalmente ai Giochi».
Sia per le Olimpiadi, sia per le Paralimpiadi, l’impegno richiesto ai volontari – che operano nelle quattro macroaree di ospitalità, competizioni sportive, organizzazione evento e lingue – è di 9 giorni non consecutivi. «Per essere volontari bisogna essere maggiorenni, sorridenti, pronti a fare un po’ di tutto: tanti sono giovani, ma ci sono anche volontari anziani».
In un contesto così variegato, Martina avrà il suo bel da fare per dirigere tutti. «Chiediamo ai volontari il loro supporto— spiega— Ogni volontario avrà un ruolo che dovrà rispettare e fare di questo ruolo qualcosa di divertente che gli possa piacere».

 

Modesto De Silvestro, il campione
Oggi è un volontario, ma Modesto De Silvestro ha un passato da combinatista nordico olimpico: «Ho partecipato nel 1974 ai Mondiali di Falun in Svezia e nel 1976 alle Olimpiadi di Innsbruck— racconta— Oggi il salto è rispetto a una volta. Se uno di noi provasse a saltare a Predazzo con gli sci del 1976 si ammazzerebbe». De Silvestro ha un po’ di nostalgia per i suoi Giochi. «Credo che ogni atleta sogni di partecipare alle Olimpiadi. Uno che ci riesce, sale un gradino in più. Chi vince le medaglie va ancora più in alto. Poi, c’è sempre una bella atmosfera in questi eventi— continua— Ti trovi con atleti di altre Nazioni, fai amicizia, conosci allenatori di tanti Paesi. È qualcosa di unico». Anche se non ha ottenuto un buon risultato, De Silvestro è tornato a casa da Innsbruck contento: «I Giochi non sono andati bene, perché un mese prima delle gare mi ero procurato una piccola frattura a un gomito. Quindi mi ero allenato solo per lo sci di fondo. Il salto, infatti, l’ho fatto male e sono caduto. Sono arrivato 32º, ma la soddisfazione di aver partecipato rimane per tutta la vita». Ed è comprensibile, perché sono poche le persone che possono dire «c’ero anch’io» in gara alle Olimpiadi: «Io sono tra quelle e penso sia bello partecipare in qualsiasi disciplina— racconta— Adesso mi piace molto seguire tutto lo sport in televisione, ma anche i ragazzi e i bambini che si allenano. Lo sport deve essere divertimento e educazione». Però ci vuole anche una buona dose di coraggio a lanciarsi con gli sci da un trampolino alto 200 metri. «Ci vuole coraggio, ma una volta che ci si abitua, si sa cosa si deve fare. Penso che ognuno abbia la sua dote. Io, per esempio, più che saltatore ero un fondista, se uno andava a 10 all’ora io andavo a 12 all’ora». Ora che De Silvestro è un volontario osserva le gare da bordo pista: «Ho cominciato molti anni fa alla Marcialonga. Alle Olimpiadi sarò anche addetto ai parcheggi, dove bisogna essere severi per far passare solo chi ha il pass e indicare l’area giusta per staff, atleti, pubblico. Faccio tutto per passione».

 

Mauro Dezulian
Anche il vicepresidente della Nordic Ski Fiemme è un volontario, o almeno Mauro Dezulian si definisce così. «Da oltre vent’anni mi occupo dei volontari, un impegno importante perché raccogliere le adesioni con i numeri che abbiamo non è semplice— spiega— Alle gare di Coppa del Mondo reclutiamo circa 500 volontari, ai Mondiali siamo arrivati a 1500 volontari. In genere sono tutti delle Valli di Fiemme, Fassa e Cembra. Anche ai Mondiali solo pochi sono venuti da fuori, quindi siamo molto orgogliosi di poter essere autonomi anche sotto questo aspetto». Molte di queste persone, probabilmente, daranno il loro contributo anche alle Olimpiadi. «I numeri alle Olimpiadi sono elevati: supereremo i 3000 volontari, da soli non ce la faremo e quindi il reclutamento prevede persone che arrivano da Trento, Pergine e altri posti del Trentino e del mondo». I volontari trentini saranno, comunque, i più numerosi ai Giochi. «Siamo famosi per il volontariato in tutti i settori e quindi, anche in quest’occasione, abbiamo visto un’ottima adesione — sottolinea— Poi, logicamente ci saranno da verificare la disponibilità, i turni, perché ci sono tante regole da rispettare. Ad esempio, abbiamo saputo da pochi mesi che le persone sopra i 70 anni non possono fare gli autisti, c’è anche una ragione logica, però noi abbiamo molti volontari datati, chiamiamoli così, che da anni ci accompagnano in queste manifestazioni». Tanti volontari esperti, quindi, ma anche qualche novità: «Una volta si andava in pensione presto, quindi avevamo tanti volontari di 50-55 anni. Adesso il pensionato giovane non esiste più e pertanto facciamo un po’ più fatica a trovarne. È interessante, però, che negli ultimi dieci anni è aumentato il numero di donne e ci fa piacere per la parità, ma anche perché in tanti ruoli la donna è meglio di noi maschietti».