Le reazioni
giovedì 20 Novembre, 2025
Meloni in val di Non non cita l’autonomia: pioggia di critiche dalla politica trentina
di Ubaldo Cordellini
Maretta tra FdI e gli altri partiti. L'«ex» Claudio Cia: «La vicenda Tsm dimostra che non ne tengono conto. In casa d'altri ci vorrebbe rispetto»
Non è piaciuta proprio per niente alla politica trentina la dimenticanza della premier Giorgia Meloni che, a Segno per festeggiare la funivia delle mele di Melinda, non ha nemmeno citato la Provincia e l’Autonomia trentina. Nemmeno un cenno di saluto alle istituzioni, mentre si è profusa in ringraziamenti e riconoscimenti per i vertici del consorzio leader del mercato delle mele.
Mirko Bisesti capogruppo della Lega in Consiglio provinciale, ancora in Belgio per le celebrazioni per i trent’anni dell’ufficio di Bruxelles di Trentino e Alto Adige, cerca la strada della leggerezza e ne fa una questione di stile: «Sono stili differenti. Ieri a Bruxelles noi, con gli ex presidenti del Trentino, stavamo parlando con tre diversi commissari europei dell’importanza dell’Autonomia. Diciamo che sono stili e diversi da quelli che ho visto a Segno. Le autonomie locali contano, e tanto, anche qui a Bruxelles e lo dimostra anche il fatto che tre commissari siano venuti a parlarne con noi trentini e altoatesini. Lo stesso ufficio di Bruxelles è espressione della nostra Autonomia. All’epoca a Roma ci fu chi protestò. Adesso dopo trent’anni è una solida realtà a tutela della nostra specialità. Si vede, comunque, che ognuno mette in rilievo quello che ha».
Walter Kaswalder è appena sceso dall’aereo che lo ha riportato in Italia da Bruxelles, dopo la trasferta in Brasile e osserva: «Mi auguro che sia stata una dimenticanza. Credo che non fare nemmeno un cenno all’autonomia trentina e alla Provincia non sia stata una cosa corretta. Tutti parlano, ma alla fine i soldi sono dei trentini. Noi siamo parte attiva e lasciamo parte delle nostre tasse per questi progetti. Mi auguro davvero che non citare il Trentino sia stata una dimenticanza. Lo voglio credere».
Claudio Cia, che da Fdi è uscito sbattendo la porta è ancora più amaro: «Se Giorgia Meloni non ha citato l’Autonomia e la Provincia si vede che qualcuno non l’ha informata bene che stava arrivando in Trentino e che qui c’è l’Autonomia e ci sono determinate sensibilità. Sembrava un incontro tra la premier i suoi enfant prodige locali e Melinda, senza tenere in alcun conto il territorio che ha sostenuto e finanziato Melinda fin dalla nascita. Invece tutto l’evento sembrava organizzato in un’enclave estranea a Trentino. Non mi meraviglia perché abbiamo visto altre volte, l’ultima proprio nel caso Tsm il giorno prima dell’arrivo di Giorgia Meloni, in quale conto Fdi tenga l’autonomia della nostra provincia. Dispiace perché quando si va in casa d’altri ci vorrebbe sempre un po’ di cortesia e rispetto. Invece, l’impressione che è emersa è che per Fdi non esista il Trentino, ma esistano solo loro. Eppure certe realtà, come Melinda, sono cresciute grazie ai fondi dell’Autonomia e sono state sostenute per anni prima che potessero camminare con le proprie gambe».
Per il centrosinistra ci pensa il capogruppo del Pd Alessio Manica a sottolineare la mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni trentine: «Nel plaudere convintamente alla lungimirante innovazione introdotta dal “Consorzio produttori Melinda” nei processi di stoccaggio della produzione melicola anaune di alta qualità e che ha meritato un’inaugurazione alla presenza della Presidente del Consiglio dei Ministri, registriamo però e con stupore una dimenticanza piuttosto grave. Infatti, pare che il protocollo di questa visita ufficiale delle alte cariche dello Stato, affidato per la parte locale alla regia della Provincia, abbia ignorato proprio quelle istituzioni dell’autonomia speciale – ed in particolar modo il Consiglio provinciale – che hanno concorso al sostegno finanziario di una così brillante impresa.
Non si tratta di questioni marginali, quanto piuttosto di quel mancato rispetto istituzionale che non dovrebbe mai venire meno, soprattutto negli atti e nelle cerimonie ufficiali, a testimonianza di una sciatteria che non depone a favore della compostezza delle nostre istituzioni».