la storia
martedì 18 Novembre, 2025
Passo Brocon, dopo 60 anni Rosetta e Claudio lasciano lo storico albergo del Tesino: «Quando i miei genitori hanno aperto erano senza telefono e senza luce, con un motore a gasolio»
di Giacomo Polli
La struttura è stata affidata a una nuova gestione la scorsa settimana. L'ex titolare: «La tromba d’aria negli anni Novanta portò via il tetto. Abbiamo usato tutte le coppe che vincevo alle gare di sci per raccogliere l’acqua… per me fu una tragedia! La struttura rimase chiusa per qualche giorno»
A quasi sessant’anni dall’apertura dell’albergo Passo Brocon, Rosetta Zampiero e Claudio Paternolli hanno deciso di lasciare definitivamente la struttura e di affidarla a una nuova gestione. Il passaggio ufficiale è avvenuto durante l’ultimo fine settimana con gli ex storici titolari che hanno consegnato le chiavi ad una nuova famiglia di Marghera che si occuperà dell’albergo.
«Questa decisione è stata presa semplicemente per una questione anagrafica: i miei genitori sono vicini agli 80 anni, mentre da parte mia non c’era la possibilità di continuare», spiega il figlio Stefano Paternolli.
Si chiude quindi un capitolo iniziato nel lontano 1967, anno in cui la struttura venne aperta dal padre di Rosetta, Erminio Zampiero, già titolare dell’albergo Pizzo degli Uccelli situato nella medesima località. Sei anni più tardi, a seguito della morte di Erminio, la gestione è stata affidata ai due coniugi, Rosetta e Claudio, che hanno deciso di accettare la sfida tra sogni e speranze. «Quando sono partiti non c’era nemmeno la strada asfaltata, erano senza telefono e senza luce, con un motore a gasolio – afferma Stefano – In sessant’anni siamo passati da questo all’intelligenza artificiale: è stato un cambiamento drastico, soprattutto per i miei genitori. Il 6 agosto 1976, alle ore 16, arrivò la corrente elettrica. Fino a quel momento, il ronzio costante del generatore a gasolio era stato il sottofondo di ogni giornata e il segno dei limiti della vita in quota. Nel 1979 fu invece la volta del telefono. Un filo che attraversava valli e boschi, portando la voce di amici e parenti direttamente dentro l’albergo. Non era più necessario attendere la lettera del postino o scendere in paese per dare una notizia importante».
Anni in cui è cambiato tutto, dallo stile di vita all’offerta turistica, durante i quali è sempre stato necessario stare al passo con le novità: «Anche la struttura è cambiata: inizialmente era molto semplice, poi è stata modificata negli anni attraverso alcuni interventi di modernizzazione».
Miglioramenti che hanno portato al Passo del Brocon turisti da diverse parti mondo: «All’inizio c’era solo il pendolarismo locale: gente che veniva a sciare e consumava al bar o al ristorante – ricorda Stefano – Poi hanno iniziato ad arrivare le persone del nord Italia che conoscevano la zona. Negli anni ’90, con internet, email e siti, si è aperto al resto d’Italia e poi all’estero. Negli ultimi 6 anni abbiamo avuto clienti molto affezionati dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia. Si sono affezionati ai miei genitori e portavano ricordi, cibo, vino».
Oltre che ai tanti turisti, la struttura è sempre stata un punto di riferimento anche per la popolazione locale: «Venivano spesso la forestale e le squadre che tagliavano i boschi, oltre che cacciatori, fungaioli, operai comunali e lavoratori dei cantieri. Tante cose sono migliorate anche grazie allo sviluppo delle funivie Lagorai perché hanno ha dato una grande spinta».
Sessant’anni in cui Rosetta e Claudio hanno affrontato sfide e cambiamenti importanti e anche diverse difficoltà, tra cui un incendio della caldaia a gasolio negli anni ’80 e una tromba d’aria negli anni ’90 che portò via il tetto: «La tromba d’aria me la ricordo bene – afferma ancora Stefano – Era fine agosto, io ero piccolo. Abbiamo usato tutte le coppe che vincevo alle gare di sci per raccogliere l’acqua… per me fu una tragedia! La struttura rimase chiusa per qualche giorno».
C’è poi stato anche un periodo di grandi nevicate dove la strada di accesso all’albergo è rimasta chiusa per un mese: «Feci un mese senza andare a scuola una volta, era stato bellissimo (ride, ndr.) – ricorda Stefano – Capitava spesso che le grandi nevicate portassero a blackout perché cadevano alberi sulle linee. Sia le valanghe che le nevicate erano molto più impattanti allora».
Tante sfide, sia positive che negative, che ancora oggi l’intera famiglia ricorda con la consapevolezza di essere sempre riuscita ad affrontarle. «L’albergo non era solo un luogo dove dormire o mangiare: era il centro vitale del Passo Brocon, un punto di riferimento per chiunque passasse o vivesse lassù – sottolinea il figlio – Con il cambio di gestione i miei genitori perdono un pezzo di vita: hanno dedicato a questa struttura la loro esistenza». La nuova titolare si chiama Valentina Dragutan e si è già trasferita, insieme alla famiglia, nella struttura che ora gestirà.
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