Il report
domenica 16 Novembre, 2025
Da inizio anno 5 ciclisti e 2 pedoni investiti e uccisi sulle strade trentine. Maturi (Vigili del fuoco): «In crescita gli incidenti gravi»
di Patrizia Rapposelli
Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2024, in Trentino si sono verificati 1.308 incidenti, con 38 decessi e 1.720 feriti
Cinque ciclisti e due pedoni: sono le vittime di investimenti sulla strada dall’inizio del 2025 al 14 novembre in Trentino. Numeri raccolti dalle autorità provinciali e dall’Osservatorio dei ciclisti Asaps Sapidata. Lo stesso periodo del 2024 aveva visto sempre due pedoni e quattro ciclisti morti, confermando una costanza dei dati che resta significativa. E anche se i numeri restano contenuti rispetto ad altre realtà ogni incidente segna vite spezzate, storie di dolore e famiglie distrutte. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2024, in Trentino si sono verificati 1.308 incidenti, con 38 decessi e 1.720 feriti.
Incidenti in aumento
Sono oltre 1500 all’anno gli incidenti stradali che richiedono l’intervento dei 5800 vigili del fuoco volontari trentini, il 93% sono causati da fattore umano. «Un dato che purtroppo, di anno in anno, è in costante e graduale aumento», così Luigi Maturi, presidente della Federazione dei Vigili del fuoco volontari trentini nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della memoria per le vittime della strada. «Nell’ultimo anno registriamo una crescita del 20% degli incidenti stradali gravi, che si attestano ora sui 150, per i quali molto spesso ci viene richiesto l’utilizzo delle pinze idrauliche per estrarre le persone intrappolate nell’ abitacolo». Ivo Martinatti, capo reparto del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Trento sottolinea che, nonostante le tecnologie avanzate e la preparazione dei soccorritori non possono fare nulla contro la disperazione dei familiari delle vittime. «Urli e disperazione, vorremmo che tali situazioni fossero ben presenti a tutte quelle persone che sulla strada ancora viaggiano in condizioni alterate o distratte», il monito.
Il presidente dell’Aci Trento, Fiorenzo Dalmeri, ricorda che dietro ogni statistica ci sono nomi, volti e storie spezzate: «La sicurezza non è solo prevenzione, è la possibilità di tornare a casa — riflette— È un dolore che chiama alla responsabilità di tutti noi: ogni volta che ci mettiamo alla guida, ogni volta che decidiamo se bere, distrarci o correre, stiamo scegliendo se proteggere o mettere a rischio noi stessi e gli altri».
Le cause
Secondo l’amministratore delegato di Autostrada del Brennero, Diego Cattoni, «il 93% degli incidenti è dovuto a fattore umano: distrazioni, telefonini, alcol o malori». Parallelamente, «A22 porta avanti il progetto didattico sulla sicurezza stradale, che ha coinvolto oltre 36.000 studenti, per insegnare ai giovani la guida responsabile».
Educazione e prevenzione
Quando si parla di sicurezza, l’attenzione tende a concentrarsi sui veicoli a motore, dimenticando che anche le bici fanno parte del traffico urbano e stanno conquistando sempre più spazio tra i mezzi scelti per gli spostamenti quotidiani. E i dati dell’Osservatorio ciclisti Asaps-Sapidata segnala 196 decessi tra chi si sposta in bici. Per questo la Federazione amici della bicicletta Trento e il Comitato trentino di Fci sollecitano le campagne costanti di sensibilizzazione nelle scuole, nelle imprese e sul territorio.
D’altra parte la prevenzione parte prima di tutto dall’educazione dei giovani. «Accanto ai controlli e alle sanzioni, è fondamentale promuovere una cultura della responsabilità e della sicurezza, che parta dalle scuole e coinvolga famiglie, istituzioni e mondo associativo— sottolinea la commissaria del governo di Trento, Isabella Fusiello— L’abuso di alcol e la guida in stato di alterazione restano tra le principali cause di tragedie evitabili».
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