il caso
giovedì 13 Novembre, 2025
Un’orsa con i cuccioli fotografata alle mangiatoie per cervi e caprioli: il Wwf chiede lo stop al foraggiamento
di Maddalena Di Tolla Deflorian
Le immagini, inviate in forma anonima al Wwf Trentino Alto Adige, riaccendono il dibattito sulla pratica del foraggiamento venatorio. L’associazione: «Rischio di attirare orsi e lupi vicino alle zone abitate»
Un’orsa con i cuccioli si alimenta a una delle tante mangiatoie destinate agli ungulati predisposte dai cacciatori: questo mostrano due fotografie, scattate da una fototrappola e spedite in forma anonima al Wwf Trentino Alto Adige, che le ha inviate alla stampa dopo averne verificato l’autenticità.
Le immagini riportano alla cronaca il problema del foraggiamento a scopo venatorio. Lo denuncia il Wwf Trentino-Alto Adige insieme al Wwf nazionale, che propone ancora una volta un divieto esteso di foraggiamento, anche alla luce della letteratura scientifica più recente.
Le fotografie sono state recapitate in forma anonima alla sezione locale dell’associazione del panda, ma — sottolinea il Wwf — indicando con precisione la localizzazione sul territorio trentino.
Il Wwf torna dunque a chiedere che si attui «un divieto assoluto di foraggiamento ampliandolo almeno a tutte le aree frequentate da orsi: idealmente tale divieto dovrebbe essere applicato almeno a tutto il Trentino occidentale, se non direttamente a tutto il Trentino, a causa degli effetti deleteri sistemici su tutta la fauna».
A questa azione dovrebbe seguire, per il Wwf, un rigoroso monitoraggio degli effetti del cessato foraggiamento, per determinare l’impatto sulla demografia delle popolazioni di ungulati e l’eventuale espansione del divieto ad aree non stabilmente frequentate dall’orso, anche per prevenire problematiche simili nelle zone di presenza del lupo.
«Auspichiamo — scrive il presidente del Wwf locale Aaron Iemma — che tali considerazioni e richieste siano condivise anche dall’Associazione cacciatori del Trentino. Un approccio tecnico alla gestione venatoria e responsabile verso la sicurezza dei cittadini deve tenere conto dei rischi della pratica del foraggiamento per tutti gli elementi sopra descritti».
Il rischio di attirare orsi e lupi ai punti di foraggiamento è provato, e il Wwf ricorda che questo aumenta il conflitto e l’allarme sociale. «Per gli orsi, le mangiatoie non sono soltanto “calamite”: l’accesso a cereali, frutta e fieno ripetuto nel tempo può accorciare gli spostamenti necessari alla ricerca di cibo e ridurre l’ampiezza dei territori, spostare l’attività verso zone più antropizzate e aumentare l’abituazione agli spazi occupati dall’uomo», scrive l’associazione.
Il Wwf sottolinea anche che lo stesso Piano faunistico provinciale trentino riconosce i rischi del foraggiamento — tra cui indebolimento della selezione naturale, concentrazioni anomale, competizione, epizoozie e alterazioni nel comportamento di lupo e orso — ma non prevede divieti né monitoraggi.
Nel documento viene citato anche lo studio scientifico del 2025 “All You Can Eat: Artificial Feeding Sites Affect Large Herbivores and Their Predator in a Human‐dominated Landscape”, che raccomanda di limitare il foraggiamento almeno laddove ungulati, grandi carnivori e persone coesistono a stretto contatto.
Infine, l’associazione richiama la Relazione tecnico-scientifica Muse-Act Val di Fassa (2022), basata sull’analisi di 14 mangiatoie, che ha dimostrato una maggiore frequentazione da parte del lupo rispetto ad altri siti monitorati.
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