La misura

giovedì 6 Novembre, 2025

Approvato l’aumento imis sul canone concordato a Trento. Ianeselli: «Ristori a chi affitta a valore inferiore al mercato»

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Il sindaco dopo l’approvazione della manovra Imis in Consiglio comunale: «Saranno premiate le locazioni che contribuiscono realmente ad allentare la tensione abitativa»

«La manovra Imis votata ieri sera mette in sicurezza gli equilibri di bilancio, ma lascia aperta la strada a ulteriori interventi che potranno garantire un ristoro a chi affitta un alloggio a lungo termine e a un canone concordato inferiore a quello di mercato. Crediamo che così si preservi il principio di equità, andando a premiare quelle locazioni che contribuiscono realmente ad allentare la tensione abitativa sperimentata anche a Trento in questi ultimi anni».
Così il sindaco Franco Ianeselli commenta il voto di ieri sera in Consiglio comunale, che si è espresso sull’aliquota Imis per l’anno 2026. Prosegue il primo cittadino: «Questo è solo l‘inizio di un percorso, con alcuni punti fermi: innanzitutto la diminuzione dell’aliquota stabilita per altri fabbricati ad uso abitativo, che scende all’1 per cento rispetto all’attuale 1,05% e all’1,08% del 2023. E poi l’impegno, assunto dalla Giunta in seguito all’ordine del giorno votato a ottobre, di prevedere misure di ristoro dell’Imis quando gli affitti a canone concordato sono sensibilmente più bassi rispetto a quelli di mercato o ancora quando un alloggio inutilizzato o destinato ad affitti brevi viene dato in locazione a lungo termine».
In particolare, l’aula di Palazzo Thun ha eliminato l’aliquota agevolata per chi affitta a canone concordato, visto che negli anni scorsi la misura non ha raggiunto l’obiettivo prefissato di incentivare la stipula di nuovi contratti di locazione e nel contempo ha inciso sensibilmente sulla riduzione del gettito complessivo sottraendo significative risorse al bilancio dell’Amministrazione comunale. L’aliquota Imis per le abitazioni affittate a canone agevolato nel prossimo anno passerà dunque dallo 0,35% all’1%, la stessa aliquota stabilita per altri fabbricati ad uso abitativo, che dunque scende di cinque punti base rispetto all’attuale 1,05%.
L’ordine del giorno votato a metà ottobre dall’aula impegnava il sindaco e la Giunta «a strutturare misure di ristoro dell’Imis sui contratti stipulati durante il periodo di vigenza dell’aliquota agevolata» in particolare «qualora il canone pattuito sia sensibilmente più basso di quello ottenibile sul libero mercato». Dovranno essere studiate agevolazioni anche per «i contratti che rimettono nel circuito delle locazioni lungo-residenziali alloggi destinati ad affitti turistici o inutilizzati» in modo da «stimolare in maniera adeguata e più efficace il mercato privato delle locazioni».