la storia

venerdì 31 Ottobre, 2025

Lisa Beet, olandese di Arco: «Io, senza cittadinanza tenuta “prigioniera” dalla burocrazia»

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Nata in Trentino da genitori stranieri non può volare con la carta d’identità olandese: «Per cambiare cittadinanza servono due anni, mentre le pratiche “estere” devo andare a Roma»

Il nome e il cognome sono olandesi, ma la lingua è l’italiano senza alcuna inflessione, essendo nata a Riva del Garda il 6 gennaio 1983, cresciuta a Tenno, residente ad Arco dove vive. Eppure, Lisbet Been, non ha la cittadinanza italiana poiché i genitori sono olandesi. E in Italia, come noto, lo “jus soli”, la cittadinanza legata al luogo di nascita, proprio non esiste. Del resto lei, che opera nel comparto turistico (diploma all’istituto turistico di Riva del Garda), non ha mai chiesto la cittadinanza italiana. Che avrebbe potuto ottenere dopo 6 anni di residenza. Non avendo mai avuto necessità in tal senso, ha mantenuto la cittadinanza dei Paesi Bassi. «C’era il Consolato a Verona e se avevo bisogno di rinnovare i miei documenti andavo lì e risolvevo tutto in giornata. Da qualche anno, i documenti olandesi, compresa la carta di identità, si possono richiedere e ritirare soltanto all’ambasciata a Roma e non già presso i consolati dei Paesi Bassi a Verona, Venezia o Milano. E per il rinnovo della carta di identità olandese si può fare la richiesta solo il mese antecedente la scadenza. Così ho chiamato l’ambasciata e mi hanno risposto che devo recarmi di persona a Roma, con i costi conseguenti».
A Roma per un documento
In verità, Lisbet Been è titolare di una carta di identità della Repubblica Italiana («l’ho dovuta fare quando mi sono cimentata per ottenere la patente di guida qui ad Arco e non accettavano il documento di identità olandese»), ma sul retro c’è stampigliata la scritta “non valida per l’espatrio”. Tant’è che, dovendosi recare ad Amsterdam per trovare il papà che compie 80 anni, e avendo il passaporto olandese scaduto, Lisbet Been si è trovata ingabbiata nella burocrazia. Olandese o italiana pari sono.
Ma come? Quale “cittadina europea” non può salire su un aereo e volare fino ad Amsterdam? «No, proprio non posso perché per il biglietto aereo serve un documento valido almeno per sei mesi. E la mia carta di identità olandese scade a gennaio 2026».
Straniera in patria
Dunque lei resta una straniera in patria? «Sì, in Italia ho solo il permesso di soggiorno permanente». Perché non ha mai richiesto la cittadinanza italiana? «Perché, finora, non ne avevo mai avuto bisogno».
L’altra mattina, Lisbet Been si è decisa a domandare la cittadinanza italiana e ha telefonato in Questura a Trento. Così, ha pensato, in quattro e quattr’otto posso far cancellare dalla carta di identità la scritta “Non valida per l’espatrio”. Oppure mi rilasciano un documento provvisorio per raggiungere un altro Paese europeo.
Che cosa le hanno risposto?
«Che per ottenere la cittadinanza italiana, anche per un cittadino dell’Unione Europea, servono circa due anni. Allora ho riformulato la domanda: ma state scherzando?». E il funzionario? «Signora, questa è la legge».
Ma lei è italiana o si sente olandese? «Benchè nata, cresciuta e residente nel Basso Sarca, mi sento molto olandese».
Due anni per ottenere la cittadinanza non aiutano certo a cambiare opinione. «Magari fra due anni tutto sarà più semplice, ma al momento è così ed è davvero sconfortante».
Intanto, scartato l’aereo, Lisbet Been dovrà recarsi in Olanda in automobile e, arrivata nei Paesi Bassi potrà rinnovare i documenti (olandesi) a due passi dall’abitazione dei genitori. Sperando che non la fermino prima a qualche frontiera d’Europa.