La storia
domenica 26 Ottobre, 2025
«Fake Taxi», ma trasporta disabili. La provocazione di un’autista che ha scelto il logo di un sito pornografico
di Patrizia Rapposelli
Fermato dalla Polizia locale in via Dogana che temeva ospitasse incontri hard. «Il tassista» Thomas Fitts chiarisce: «Una burla per rompere gli schemi»
Si aggira per Trento e ormai non passa inosservato: un taxi inglese bianco con il volante a sinistra e gli interni rossi, sul lunotto la scritta in grande «Fake Taxi», proprio come il nome di un noto sito porno. Solo che, in realtà, offre un servizio a offerta libera alle persone con disabilità, che prenotano la corsa per andare a feste o eventi. Ma è stato fermato dalla polizia locale per un grosso equivoco sul logo. «Una burla ma anche un modo per rompere gli schemi. Sono stufo che la disabilità sia associata a macchine tristi o a simboli di limite. Io volevo qualcosa che facesse sorridere». Thomas Fitts, dell’associazione Asso di Rovereto — specializzata in laboratori di personalizzazione—, racconta la sua idea folle e geniale dopo che un video ha ripreso il taxi in via Dogana diventando virale sui social. «Ha raggiunto oltre cinquantamila visualizzazioni e più di mille click— non trattiene la risata Thomas — La scritta fa pensare ad altro e non stanno mancando le telefonate di chi chiede il servizio che in realtà non offre». Per chi non fosse familiare, il termine riporta a un sito di contenuti per adulti molto conosciuto a livello internazionale. Il concept prende il nome da una finzione narrativa: la telecamera segue un taxi e le vicende che si svolgono all’interno. La verità è che dietro la scelta provocatoria di Thomas si nasconde il desiderio di rompere gli stereotipi sulla disabilità e offrire un servizio accessibile e giocoso. Il «Fake Taxi» nasce con un messaggio ben preciso: libertà, leggerezza e normalità. D’altra parte Thomas è un uomo di 50 anni che ha conosciuto la vita da un’altra prospettiva, quella della sofferenza e della rinascita. Nel 2009 un grave incidente lo ha lasciato senza un arto e lo ha costretto a un lungo coma in un ospedale a Milano. Quando ha riaperto gli occhi, però, ha deciso che la disabilità non avrebbe definito chi era. «Accettare non è stato facile, la riabilitazione nemmeno, ma io non volevo compatimento — racconta — volevo solo riprendere in mano la mia vita e farlo con un sorriso. E se potevo far sorridere anche gli altri, ancora meglio». Così nel 2015, ha iniziato a pensare a un’idea originale: un servizio di trasporto per persone disabili e non, leggero, ironico, capace di rompere i tabù. E due mesi fa Thomas è riuscito a realizzarla. «Ho comprato un classico taxi inglese, era già adattato alle esigenze, cinque posti o due più carrozzina, e lo ho trasformato nel mio laboratorio di libertà su quattro ruote con la scritta riconoscibile — sorride— È chiaro che richiama un sito porno. Ma è proprio questo il punto, è una burla, un modo per dire: ”guardate che anche noi scherziamo e possiamo non prenderci troppo sul serio” ». Thomas accompagna chiunque lo chiami, soprattutto persone con disabilità ma anche ragazzi e coppie, iscritte all’associazione Asso, dirette a feste, concerti, matrimoni. L’iniziativa di Thomas non ha ancora preso il campo, ma il taxi ha già percorso centinaia di chilometri, fino a raggiungere Bologna e Brescia. Un video, però, di qualche giorno fa, lo ha ripreso in città, suscitando tanta curiosità. «Sono due giorni che ricevo richieste di ogni tipo, anche strampalate — continua— ma ci rido sopra. Il nome funziona: attira l’attenzione, fa parlare e questo potrebbe aiutare a far crescere il progetto». In fondo, l’obiettivo di Thomas è chiaro: togliere le barriere culturali. «Si può cadere, farsi male, perdere qualcosa… eppure ripartire lo stesso. Magari con un taxi diverso dagli altri».
L'intervista
Il criminologo Baratto «Cpr? La criminalità si annida nella marginalità, che aumenterà se crescono le persone senza dimora»
di Tommaso di Giannantonio
Il coordinatore scientifico di eCrime al Dipartimento trentino di Sociologia riflette sui fattori che generano il senso di insicurezza nella popolazione