L'intervista
lunedì 18 Agosto, 2025
Pallamano Pressano, Fadanelli torna a casa: «Mi mancava giocare per il mio paese. Obiettivi? Playoff»
di Angelo Zambotti
Dopo tre anni a Merano il forte centrale del 2002 indossa nuovamente il numero 3 giallonero. «Mi auguro che il PaLavis torni gremito e caloroso»
A Pressano, piccolo centro delle colline avisiane, la pallamano è spesso una questione di famiglia, oltre che di orgoglio paesano. Uno degli esempi è Nicola Fadanelli, centrale classe 2002 che abita proprio ai Masi di Pressano e che nel corso dell’estate ha deciso di tornare a casa, indossando nuovamente quella maglia giallonera che per lui è più di una seconda pelle. Per la quindicesima stagione consecutiva nella massima serie nazionale, infatti, la Pallamano Pressano Bts si è regalata uno degli elementi più contesi d’Italia, il cui talento e personalità saranno nuovamente a disposizione del team lavisano che vuole fare le cose in grande nell’anno che porta al cinquantesimo di fondazione.
Fadanelli, iniziamo dal principio. Come e quando ha cominciato a giocare a pallamano?
«Praticamente da bambino. Mio nonno Sergio Rigotti è stato tra i fondatori della società nel 1976, mamma Lara e papà Alain (ora secondo del coach giallonero Branko Dumnic, ndr) hanno sempre giocato, quindi per me è stato naturale iniziare con questo sport fino dai 4 anni».
In quasi 20 anni, non ha mai avuto la tentazione di cambiare, magari spinto da qualche amico?
«Mai, davvero. Tra me e la pallamano è stato amore a prima vista, e non mi è mai nemmeno passato per la testa di cambiare sport, nemmeno di provare un’altra disciplina. E sono contentissimo così».
Dovesse convincere un giovane a provare questa disciplina, che argomenti utilizzerebbe?
«Direi che la pallamano è uno sport che regala un sacco di emozioni, che ti permette di instaurare amicizie che poi durano una vita. Poi è un gioco adrenalinico, che non si ferma mai, nel quale è davvero impossibile annoiarsi. In ogni squadra, inoltre, ogni tassello è fondamentale, perché da soli non si vince mai».
Balzando all’oggi, come sta vivendo l’estate del ritorno a casa?
«Con tanta emozione. Sono contentissimo di essere tornato, dopo tre anni a Merano (conditi da una finale scudetto, una finale di Coppa Italia e una finale di Supercoppa, ndr) mi mancava il mio ambiente. Mi mancava giocare per il mio paese».
Cosa si aspetta dal nuovo campionato?
«Ipotizzare un piazzamento è difficile, anche perché la pallamano italiana sta vivendo una decisa crescita, con un po’ tutte le squadre che si sono rinforzate in estate. Noi siamo un bel gruppo, ci toglieremo delle soddisfazioni grazie al nuovo ambizioso progetto della società, secondo me dobbiamo puntare con decisione al raggiungimento dei playoff».
Come definirebbe questa nuova fase della storia giallonera?
«Penso che a Pressano si sia aperto un nuovo ciclo, con obiettivi diversi rispetto alle ultime stagioni. C’è linfa nuova, i cinque innesti porteranno più professionalità all’ambiente: sappiamo benissimo che la nostra realtà non può vantare i budget di altre compagini, ma sappiamo anche che la società ha fatto sforzi importanti, che noi dobbiamo ripagare».
Si aspetta una risposta importante del pubblico del PaLavis?
«Lo spero vivamente, soprattutto per me e per gli altri ragazzi che giocano per la maglia: mi auguro che il pubblico torni a essere numeroso e caloroso, ma questo dipenderà anche da noi giocatori, ci stiamo già muovendo anche in questo senso, poi bisognerà far parlare il campo».
Quali i pregi e i difetti del nuovo Pressano?
«Il punto di forza è che abbiamo una rosa lunga, che potrà mantenere alto il livello del nostro gioco, grazie anche a giocatori che si completano. Da migliorare ci sono invece le alchimie della squadra, visti anche i cambiamenti ci vorrà un po’ per entrare in sintonia con le idee dell’allenatore».
Tra i sogni di Fadanelli c’è anche la Nazionale?
«Quello penso sia l’obiettivo un po’ di tutti. Io per natura sono ambizioso, quindi vorrei tornarci, ma vivo tutto con molta serenità. Se tutto andrà per il meglio, penso che potrò riuscirci».
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