Sanità
domenica 17 Agosto, 2025
Zecche, da inizio 2025 quattro casi di Tbe in Trentino: è il secondo territorio italiano con il numero più alto
di Davide Orsato
L'ultimo caso mortale a dicembre 2024. Nessuna preoccupazione riguardante al caso di West Nile rilevato la settimana scorsa, tra qualche giorno attesi gli esiti degli esami sul sospetto caso di Zika o Chikungunya

Non sono tanto i flavivirus tropicali, di cui tanto si parla in questi ultimi giorni (West Nile, Dengue, Zika e Chikungunya) a preoccupare il Trentino, quanto, quello più radicato, della Tbe, l’encefalite trasmessa da zecca: negli ultimi due mesi si sono registrati altri due casi, tutti finiti sotto l’esame dei medici dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Secondo l’ultimo report elaborato dall’Istituto superiore di sanità, infatti, sono quattro i casi accertati di Tbe da inizio anno: due sono stati attestati prima di giugno. L’ultimo caso mortale risale a dicembre 2024, con la morte del 57enne di Bondone di Storo, Riccardo Scalmazzi. Il Trentino è l’area italiana dove sono segnalati più casi, secondo solo al Veneto, che ne conta ben 14, la maggior parte dei quali concentrati in provincia di Belluno. Un caso è stato diagnosticato in Alto Adige e un altro in Emilia Romagna, altri tre, infine in Friuli Venezia Giulia. Sono gli uomini (53%) a essere i più colpiti e l’età mediana dei pazienti che mostrano i sintomi della malattia è di 51 anni.
La scorsa settimana, in Trentino, era stato diagnosticato il primo caso di West Nile, contratto da una residente di Trento in una località balneare dell’Italia meridionale: non è scattato nessun protocollo preventivo, perché il caso non è «autoctono» e, pertanto, con un po’ di sorveglianza, si ritiene non possa essere trasmesso dalle zanzare della zona. Bisognerà aspettare ancora qualche giorno per avere l’esito degli esami sul sospetto caso di Zika o Chikungunya (c’è incertezza persino sull’agente patogeno perché le due malattie e i due virus sono molto simili). Ma nella giornata di Ferragosto è stato effettuata, da parte dei tecnici incaricati dall’Apss la disinfestazione in un raggio limitato della zona dove abita la persona che l’avrebbe contratta, quella del lungofersina, nelle vicinanze del liceo Galilei. Anche questo caso dovrebbe essere un’eccezione: non risultano, del resto, infezioni autoctone di questa malattia, né di Chikungunya, né di Dengue. Per quanto riguarda quest’ultima, al momento, il Trentino è l’unica zona del Nord Italia senza pazienti conclamati. Viceversa, la Tbe, patologia «nordestina», risulta ben radicata e assolutamente «autoctona».