mercoledì 13 Agosto, 2025
«Ciao Mattia, ti ricorderò per il sorriso che avevi negli occhi»
di Patrizia Rapposelli
La madre del 29enne trentino della nazionale di orienteering morto in Cina: «Era sempre felice e determinato a raggiungere i massimi livelli mondiali, amava qualsiasi sport»

«Lo ricordo per il sorriso dei suoi occhi, sempre felice». Mamma Erica è volata fino in Cina ed è rimasta accanto a suo figlio fino all’ultimo istante. «Non ce la faccio in questo momento, fa troppo male parlare di lui», le parole di papà Fabio rimasto in Italia ad aspettare il suo ragazzo.
Mattia Debertolis, il primierotto della Nazionale di Corsa Orientamento, non ce l’ha fatta. I compagni di squadra, gli amici e la Federazione insieme alla famiglia del giovane hanno sperato con tutte le forze fino alla fine, poi, l’epilogo che nessuno avrebbe voluto vivere. L’atleta azzurro, che venerdì scorso era svenuto lungo il percorso della mezzofondo maschile, durante la gara Middle dei World Games di orienteering in Cina, è morto lunedì all’ospedale di Chengdu dopo quattro giorni di agonia.
La tragedia
Ancora non è chiaro cosa sia successo al 29enne di Primiero, tra le cause del malore potrebbero esserci le temperature proibitive registrate nella città cinese durante il giorno di gara, arrivate a picchi di 43 gradi. Le ultime ricostruzioni parlano anche di un colpo in testa, cadendo, che potrebbe aver peggiorato ulteriormente la situazione. Sta di fatto che le condizioni sono state valutate come critiche sin dal momento del ricovero in terapia intensiva dove Mattia non aveva mai ripreso conoscenza. La salma del giovane potrebbe rientrare in Italia nella giornata di sabato.
Il ricordo della mamma
«Ritornava tra le sue montagne, indossando orgoglioso i calzini preparati dalla nonna Delia e incontrando i tanti zii e cugini della nostra numerosa famiglia», ricorda mamma Erica, che in queste ore strazianti, al culmine di giornate dolorose di attesa e speranza, sta cercando di trovare un appiglio da cui ripartire. «Lo ricordo felice delle sue scelte di vita sportive e professionali. Quando tornava a casa, era sempre pronto ad aiutarmi in albergo o ad aiutare il papà Fabio e il nonno Anselmo nella stalla», prova ad abbozzare, nel cercare conforto e riparo dal pensiero che non ci saranno altri anni con Mattia e per Mattia. Anni in cui lei e Fabio, il papà, assieme a Nicolò, il fratello, avevano visto crescere quel giovane che si era laureato in ingegneria civile e aveva scelto di proseguire gli studi all’estero, trasferendosi a Stoccolma per un dottorato di ricerca nell’università della capitale svedese.
L‘ambizione
Mattia nella città scandinava aveva trovato anche un nuovo punto di riferimento sportivo, entrando nell’Ifk Lidingö Sok, una delle società più note nell’orienteering nordico. In Italia continuava a difendere i colori del Park World Tour Italia, dove era uno dei tre capitani: «Era determinato a raggiungere i massimi livelli mondiali — racconta ancora la mamma— In qualsiasi sport lui era bravo, proprio ci metteva passione, come a scuola. Bravo studente, mai un problema, fino a conseguire la laurea a Trento, la magistrale in Svezia, fino a vincere il dottorato con un contratto di cinque anni».
Infanzia, mappe e bussole
Mattia viveva per lo sport. Fin da ragazzo alternava l’orienteering al calcio e allo sci insieme al fratello, spinti dall’amore per la montagna di nonno Rinaldo Zagonel, guida alpina, e dallo zio Piero Zagonel, maestro di sci. La passione per la mappa e la bussola lo aveva però portato a dedicarsi interamente a questa disciplina, con la quale, nel 2017, conquistò in Turchia due ori ai Campionati del Mediterraneo under 21, sia nella sprint che nel percorso lungo.
«Fin da piccolo amava qualsiasi sport», riflette la mamma, «alle elementari è stato introdotto all’orienteering dal maestro Renzo De Paoli, insegnava geografia all’aperto con mappa e bussola, poi, alle superiori assieme all’amico di sempre Riccardo Scalet si dedicò totalmente alla Corsa Orientamento e, all’università ha trovato Jessica, sua compagna di vita. Ingegnere e atleta nazionale di orienteering come lui. Una coppia in simbiosi. Assieme hanno raggiunto risultati di altissimo livello». Sogni, aspirazioni e progetti che per Mattia si sono interrotti tragicamente.