Valle dei Laghi
martedì 24 Giugno, 2025
Trenta cani reclusi in recinti nascosti in un bosco, circondati da immondizia: «Hanno bisogno subito di una casa»
di Redazione
La scoperta a Lagolo dopo una segnalazione arrivata allo sportello Lav

Circa 30 cani, molti dei quali cuccioli, erano detenuti in un bosco del Comune di Madruzzo, in località Lagolo, provincia di Trento, circondati da cumuli di immondizia. Alcuni vivevano legati agli alberi, altri erano stati rinchiusi dentro una piccola roulotte, altri ancora erano invece liberi di vagare in branco sulle strade in cerca di cibo, arrivando anche a spaventare i residenti che li vedevano dentro i propri giardini a rovistare fra i rifiuti. Gli animali, inoltre, non erano stati sterilizzati, per cui nascevano continuamente cucciolate con un alto tasso di mortalità, in quanto i cani non erano né curati né adeguatamente seguiti. Lo fanno sapere alcuni volontari dell’associazione animalista Lav.
Fin dalle prime segnalazioni, risalenti a diversi anni fa, Lav aveva cercato di fare luce su questa vicenda così critica. Con l’apertura dello Sportello Lav contro i maltrattamenti di Trento nel 2023, l’impegno dell’associazione sul caso è poi diventato più assiduo ed efficace. Nei mesi si sono quindi susseguiti incontri istituzionali, segnalazioni alle Forze di Polizia, raccolte di testimonianze dirette, sopralluoghi e, infine, una denuncia in Procura e un’istanza al sindaco.
«In questi anni siamo stati molto preoccupati non solo per la salute degli animali, che non venivano curati, ma anche per possibili incidenti con animali e investimenti sulle strade adiacenti il bosco – dichiara Simone Stefani, per conto di LAV Trento – Spesso i residenti si sono imbattuti in animali vaganti in cerca di cibo, e per di più la zona è assiduamente frequentata da turisti e motociclisti. Si tratta di situazioni che, se non affrontate tempestivamente, finiscono per mettere in difficoltà anche Comuni e Sindaci, che sono i primi responsabili della sicurezza degli animali sui territori».
Grazie alla volontà di confronto e alla disponibilità a collaborare del proprietario di tutti questi cani, LAV, insieme al personale del canile “Arcadia” di Rovereto e con il supporto del Corpo Forestale Provinciale, è riuscita ad avviare il recupero dei primi animali. Una quindicina di cani, anche cuccioli, sono già al sicuro presso il canile e, finiti i protocolli sanitari del caso, potranno essere adottati per iniziare una nuova vita, più serena e al sicuro.
«Chiediamo il supporto dell’intera comunità del territorio per favorire queste adozioni – dichiara Martina Gozzi, attivista di LAV Trento – È molto importante che gli animali trovino casa in fretta, in modo da poter procedere al recupero degli altri e per risolvere definitivamente questa preoccupante situazione». Alla ricerca di volenterosi adottanti sta partecipando anche Zampa Trentina, che LAV ringrazia per il supporto.
Un accumulo di animali ben oltre i limiti previsti dalla legge può sfociare, come in questo caso, in un’incuria dilagante, che compromette seriamente il benessere degli animali. «Serve una maggiore applicazione della normativa esistente contro i maltrattamenti sugli animali e misure efficaci per intervenire tempestivamente e arginare situazioni come questa, prima che divengano ingestibili e abbiano conseguenze irreparabili sulla vita di vittime innocenti», conclude Stefani di LAV Trento.
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