Il lutto

lunedì 23 Giugno, 2025

A Segonzano l’ultimo addio al dottor Graziano Villotti: «Ha risposto alla sua missione con tutto se stesso»

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Un'intera valle, dai sindaci alle associazioni del terzo settore ha riempito la chiesa per l'ultimo saluto al medico condotto

L’ ultimo saluto a Graziano Villotti, oggi (lunedì 23 giugno) nella chiesa di Segonzano, si è srotolato in una lunga teoria di testimonianze.

 

A cominciare dal celebrante, il parroco dell’intera val di Cembra, il già farmacista don Bruno Tomasi. Il quale, commentando il Vangelo «dei talenti», ha ribadito che il medico Villotti, da «uomo di fede», ha saputo moltiplicare i talenti ricevuti a vantaggio dell’intera comunità. Ma è stata la figlia, Cristina, a raccontare il papà «che non c’era mai», che aveva messo la sua cultura al servizio della vita. «Hai curato, seminato, coltivato e ti sei sempre messo dalla parte dei più deboli. Era bellissimo ascoltarti, parlare con te, perché non hai mai giudicato». Ha ricordato che il papà era stato «orgogliosamente alpino» (e le penne nere c’erano lì, attorno al feretro, da tutte le sezioni della Val di Cembra). «Non c’è mai stato niente di abituale a casa, non una colazione o una cena assieme, da “mulino Bianco”; ma c’è sempre stato tanto amore. E una porta aperta: per tutti». Ancora Cristina, la figlia: «Tante volte avremmo voluto averti con noi, ma non si poteva fermarti. Sempre con il telefonino acceso, con l’automobile piena di cose, sempre con la testa altrove. Hai risposto alla tua missione con tutto te stesso. È la mia famiglia, dicevi. Non eravamo solo noi, ma tutta la valle».

 

A testimoniarlo tutti i sindaci con la fascia tricolore, i labari delle associazioni di volontariato, della Federazione, i gagliardetti degli alpini, dei vigili del fuoco. Ma soprattutto i volontari, centinaia di uomini e donne non solo della valle, con le divise gialla, rossa (la croce Rossa di Sover e Pergine), bianca, delle varie «Stelle» cui il medico Villotti ha dato supporto. Ma è stata «Stella Bianca della val di Cembra» fin dagli esordi, più di quarant’anni fa, ad assorbire, oltre alle condotte di medico di famiglia, l’impegno e le lezioni di primo soccorso. Se il medico Graziano Villotti ha potuto far fruttare i propri talenti, quelli della parabola, è stato merito di Anna, sua moglie da cinquant’anni, che, ha ricordato la figlia «ti ha lasciato libero. L’impegno e la costanza costano ma hanno riempito la nostra vita di senso. Il dottor Virdia è stato tuo complice fedele e tuo grandissimo amico». Il medico che, a fine giugno, appenderà la casacca di «condotto», segnato anche dalla lunga malattia del collega che la dedizione e la scienza non sono riuscite a contrastare.

 

(Foto e testimonianze sul T in edicola martedì 24 giugno)