L'operazione
martedì 28 Gennaio, 2025
Evasione milionaria con le auto di lusso: indagine tra Trentino e Spagna
di Redazione
Sequestrati 2,8 milioni su sette conti correnti: la copertura con ditte di noleggio
Nella mattinata odierna, Finanzieri del Comando Provinciale di Trento – coadiuvati dai colleghi del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico) e da numerosi Reparti del Corpo sul territorio nazionale, con il supporto dell’organo di cooperazione giudiziario europeo Eurojust– hanno dato esecuzione ad un decreto emesso dal Gip di Trento, su richiesta della locale Procura Distrettuale della Repubblica, che ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, per oltre 2,8 milioni di euro nei confronti di sette, soggetti, nonché a numerose perquisizioni e acquisizioni documentali su tutto il territorio nazionale. Le misure cautelari reali, eseguite nelle province di Trento, Varese e Brescia ed anche ad Ibiza (Spagna) sono state emesse al termine di un’articolata e complessa attività d’indagine, avviata a ottobre del 2022 e condotte dal Gico del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trento.
Le indagini – che traggono origine da un filone investigativo emerso nel corso di un’operazione in materia di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti concluse nell’anno 2024 – hanno evidenziato l’esistenza di una frode fiscale internazionale realizzata da un gruppo criminale, composto da quattro indagati dediti alla gestione di aziende fittiziamente residenti all’estero (Spagna ed Austria) ma con sede dell’amministrazione e oggetto principale in Italia (Desenzano del Garda, provincia di Bresacia) operanti nel settore dell locazione di autovetture di lusso.
In particolare, lo schema associativo prevedeva il noleggio dei pregiati autoveicoli da parte di una società operante in Provincia di Varese alle tre società formalmente residenti all’estero ma di fatto operanti in Italia. La successiva fatturazione della prestazione di noleggio da parte delle aziende «estere a soggetti (persone fisiche e giuridiche) residenti in Trentino e in diverse Regioni italiane. Entrambe le operazioni, poiché documentate tra imprese «figurativamente» residenti in ambito comunitario, venivano emesse in regime scambio Intra-UE, senza applicare l’Iva.
In tal modo, l’organizzazione ritraeva un illecito risparmio fiscale, derivante dalla mancata emersione, nel territorio dello Stato, delle basi imponibili sia ai fini delle imposte dirette che dell’Iva delle imprese domiciliate all’estero, ed il conseguenziale vantaggio di poter operare sul mercato nazionale a prezzi più concorrenziali.
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