L'iniziativa

domenica 26 Novembre, 2023

Strembo, l’Haflinger di Martalar è pronto

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L’artista veneto ha completato la sua ultima opera, realizzata con duemila radici

L’Haflinger di Strembo è terminato. La più recente opera scultorea del veneto Marco Martello in arte Martalar, scultore del legno e artista del bosco, si presenta in tutta la sua graziosa maestà e nella sua forma artisticamente pregevole, impennato sulle zampe posteriori e in posizione solo parzialmente eretta. Nei giorni scorsi l’artista ha deposto gli attrezzi e, anticipando tutto e tutti, dopo tre mesi ha terminato l’Haflinger di Strembo, nome ufficiale che l’associazione «Strembo cavalli» ha dato alla scultura. Cavallo che oggi si presenta dietro una transenna che impedisce a chiunque di avvicinarlo e ammirarne appieno bellezza e potere evocativo di questa come di tutte le grandi opere di Martalar, nonché gustare l’ingegno artistico che si avverte nella vicinanza di qualsiasi opera d’arte custodita in un museo.
«Sarà godibile in tutto il suo splendore – affermano i componenti di Strembo cavalli – non appena saranno messe a punto tutte le opere relative al completamento e abbellimento della collinetta di tre metri su cui sorge il cavallo di Martalar nel parco comunale Giorgio Ducoli, ma anche la cartellonistica, i parcheggi adeguati, l’info-point e l’insieme di tutte le misure per rendere più sicura e fruibile l’opera» oggi protetta dalla videosorveglianza. Degli aspetti logistici e non solo, se ne stanno occupando in prima persona Paolo Masè presidente dall’associazione Strembo cavalli, sua moglie Paola Mosca, il segretario Luca Dorna e all’assessore comunale Donatella Sartori che, all’unisono invocano «prudenza e rispetto» scusandosi in anticipo se «vista la stagione invernale non sarà tutto perfetto. Ma, promettono, lo sarà per l’inaugurazione prevista a primavera 2024».
Nel frattempo l’Haflinger di Strembo si gode la sua posizione sopraelevata col muso rivolto a nord-est, con lo sguardo rivolto alla val Rendena, al Doss del Sabion e Dolomiti di Brenta e promette di essere una vera e propria calamita, che attirerà «tanti, tantissimi curiosi» e porterà il nome di Strembo ben oltre i confini regionali.
Con i suoi 7 metri d’altezza e 5 di lunghezza l’Haflinger di Strembo, composto con oltre 2.000 radici di larice abbattuti da Vaia, con ogni probabilità è l’esemplare di cavallo di legno più grande d’Europa.
Paola, Donatella, Paolo e Luca affermano «l’Haflinger di Strembo è stato un sogno che si è realizzato» e l’opera va ad arricchire la collezione delle grandi opere di Martalar in Trentino, Veneto e Lombardia create dagli scarti di legno di Vaia. Dal capostipite il Drago Vaia a Lavarone, recentemente distrutto da un incendio e sulle cui ceneri è nato un uovo, alla Lupa del Lagorai (Vetriolo), dal Basalisc (Cevo) al Gallo di Gallio, dall’Aquila (Marcesina) al Grifone (Tesino).
«Il nostro intento, ci racconta il gruppo che ha tenacemente voluto l’Haflinger di Strembo, nasce dalla nostra passione per il cavallo haflinger, tuttora allevato in val Rendena e memoria vivente del nostro mondo contadino che, ieri come oggi è utilizzato per molteplici scopi per il suo carattere docile e generoso». Incrociando le dita sperano «che questa scultura, che ha preso vita dalle radici dei larici sradicate dei nostri boschi e che rappresenta il nostro amato cavallo haflinger, dalla bionda criniera e dal mantello sauro dorato, sia per la val Rendena un valore aggiunto e diventi un simbolo per il paese di Strembo». Un primo passo in questa direzione è la sinergia tra l’associazione Strembo cavalli e il comune di Strembo che, ci conferma il sindaco Manuel Gritti «ha creduto sin da subito nelle potenzialità dell’opera che sarà il traino per lo sviluppo del parco comunale Giorgio Ducoli dove, nel 2024 intendiamo avviare la progettazione di un bici-grill. È un’opera importante per Strembo e la val Rendena e, nella primavera 2024, quando saranno terminati tutti lavori accessori sarà fruibile anche con camminate tematiche che partiranno dai paesi vicini e, col sostegno dell’Apt aiuterà la destagionalizzazione dell’offerta turistica della Valle, portando sicuri benefici alle strutture ricettive».