Tennis

sabato 6 Settembre, 2025

Sinner-Alcaraz, terzo atto del duello. La finale di Us Open davanti a Trump, in palio l’ultimo slam

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Per la terza volta di fila uno contro l'altro in una finale Slam, un inedito nella storia del tennis

Ancora loro due. Per la terza volta di fila uno contro l’altro in una finale Slam, un inedito nella storia del tennis. Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si affronteranno nell’ultimo atto degli Us Open domenica 7 settembre alle ore 20, sotto gli occhi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in un Arthur Ashe Stadium pronto a godersi un match dalle mille sfumature. Oltre allo Slam, in palio c’è la poltrona di numero uno al mondo in una partita che rappresenta la ‘bella’ dopo il successo dello spagnolo al Roland Garros e quello dell’azzurro a Wimbledon.

 

Per guadagnarsi la sfida con il murciano, che si è liberato dello scomodo Novak Djokovic in tre set – 6-4, 7-6 (4), 6-2, l’altoatesino nella notte italiana ha dovuto tirar fuori tutto il meglio del suo repertorio per avere ragione della miglior versione di Felix Auger-Aliassime, regolato dopo quasi tre ore e mezza di partita, in quattro set. Il canadese, lontano parente di quello che aveva faticato contro Alex De Minaur ai quarti di finale, ha messo in difficoltà il numero uno del mondo con il suo tennis aggressivo e propositivo. Auger-Aliassime è l’unico, insieme al connazionale Denis Shapovalov ad aver vinto un set contro Sinner, mentre Alcaraz ha fatto un percorso immacolato, senza alcuna concessione ai suoi anche blasonati avversari. C’è stato anche un attimo di preoccupazione per Jannik per un medical time out legato a un problema addominale.

 

«Ho sentito una piccola fitta allo stomaco dopo un servizio sul 4-3 nel secondo set. Dopo il trattamento mi sono sentito molto meglio; a un certo punto non sentivo più nulla e sono tornato a servire alla velocità normale, quindi tutto bene, nulla di cui preoccuparsi», assicura la ‘Volpe rossa’, che continua a macinare numeri da record sul cemento a livello Major, con una striscia di 27 vittorie di fila che resta aperta. A New York, dove difende il titolo, è la seconda finale consecutiva, la sesta complessiva, la quinta consecutiva in una stagione già di per sé memorabile.

 

«Sono statistiche incredibili. Non avrei mai pensato di riuscire a farlo quando sono diventato professionista, ed ora mi ritrovo qui: è fantastico – dice orgoglioso – . Cinque finali Slam consecutive sono qualcosa di grande; la costanza e il riuscire a essere sempre tra i migliori nei tornei più importanti è straordinario. Lo tengo a mente, ma allo stesso tempo mi concentro sulla giornata di domenica». Dove ad attenderlo ci sarà un Alcaraz apparso in grande spolvero in queste due settimane a Flushing Meadows. I bookie considerano Sinner leggermente favorito, ma lo spagnolo arriva all’appuntamento finale con più certezze rispetto al tennista italiano.

 

«Non pensiamo al ranking o ai titoli da difendere – assicura – penso solo che domenica ci sarà un avversario molto difficile da affrontare. Sono contento di poter giocare un’altra finale Slam e di potermi misurare contro un altro dei migliori giocatori del mondo. Credo che, per come è arrivato in finale, stia giocando un tennis incredibile. Ha migliorato molto il servizio; ora serve con più velocità e con una percentuale sempre molto alta. È molto più solido, prima magari aveva più alti e bassi, adesso è molto costante». Il duello che sta infiammando il mondo del tennis è pronto a offrire agli appassionati un nuovo capitolo di una rivalità appena iniziata ma già leggendaria.

 

Tre finali Slam identiche non si vedevano dai tempi in cui a dominare i circuiti erano Roger Federer e Rafael Nadal e, oggi come allora a quasi 20 anni di distanza, il ruolo di terzo incomodo lo gioca ancora Novak Djokovic. L’eterno campione serbo è stato l’unico a sorprendere Alcaraz ai quarti di finale dell’Australian Open, prima di soccombere (complice anche un infortunio) ad Alexander Zverev in semifinale. Proprio il tennista tedesco avrebbe dovuto essere il terzo dei nuovi “big three”, ma dalla sconfitta in finale contro Sinner a Melbourne ha vissuto una stagione difficilissima. Il resto della ‘classe medio-alta’ del tennis è lontana anni luce dal livello dei due nuovi dominatori, il che rende il percorso della coppia Sinner-Alcaraz verso la loro inevitabile quasi sempre terribilmente semplice. Resta da capire quale possa essere nel lungo periodo di una simile situazione per il sistema tennis, complice anche l’inevitabile prossimo ritiro di Djokovic.