Cronaca

martedì 9 Dicembre, 2025

Si schianta in vacanza travolgendo nove auto in sosta: è morto Ivano Rinaldi, di Strigno. Aveva 41 anni

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Era in vacanza nelle Langhe, probabile un malore all'origine dell'incidente. Esponente del Patt, lascia la moglie e un figlio piccolo

«Ivano era un autonomista convinto, fiero dei suoi ideali: non possiamo credere che non ci sia più». Dal mondo della politica a quello della cooperazione, ieri l’improvvisa scomparsa di Ivano Rinaldi, stroncato da un malore ad Alba mentre era alla guida della sua auto, ha lasciato un vuoto in tutto il Trentino. Un lutto che da Trento, dove il giovane padre di famiglia lavorava come direttore generale alla società cooperativa Siad, fino al piccolo paese natale di Strigno, nel comune di Castel Ivano. E che non risparmia i molti compagni del Patt: Rinaldi nel 2013 è stato presidente del movimento giovanile degli Autonomisti, e si era candidato anche alle politiche correndo per la Camera nelle fila dell’Svp.

Il malore e l’incidente
Ivan, 41 anni, si trovava in vacanza ad Alba, nelle Langhe, assieme alla moglie Silvia e ad alcuni famigliari. Una visita di svago durante il ponte dell’Immacolata che si è interrotta tragicamente nel tardo pomeriggio di domenica. La coppia stava viaggiando a bordo di un Bmw X3 quando in corso Piave Rinaldi ha accusato un malore (come riporta il quotidiano online targatocn) .
Così, l’incidente si è consumato sotto gli occhi degli altri famigliari che li seguivano pochi metri più indietro su un’altra vettura: colpito probabilmente da un infarto, la macchina ormai fuori controllo è andata a sbattere con violenza contro altri nove veicoli parcheggiati lungo la via. Una carambola così violenta che ha spinto alcune macchine sul marciapiede e contro gli edifici vicini; una passante, invece, è rimasta lievemente ferita.
Per estrarre Rinaldi dalle lamiere è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Alba, mentre i sanitari hanno subito tentato la rianimazione. Nemmeno il trasferimento all’ospedale di Verduno è stato in grado di salvarlo: la salma di Ivano è stata affidata ieri mattina ai familiari per procedere con le esequie.

Una vita nella cooperazione
Un fulmine a ciel sereno che ha lasciato molti increduli. Il giovane direttore, nato nel 1984 e originario di Strigno, lascia il papà e la madre Vilma, la sorella Ilaria, la moglie Silvia e un figlio piccolo. Dopo aver lavorato per un periodo alla Menz&Gasser di Novaledo, Rinaldi ha dedicato gran parte della sua vita alla cooperazione: per molti anni ha lavorato a Trento come consulente e funzionario per la Federazione delle Cooperative. Da alcuni anni era residente a Trento e da ultimo era approdato alla Siad (la cooperativa che sostiene i soci di Dao in ambiti amministrativi e contabili) dove lavorava come direttore generale. «Era un ragazzo ben voluto da tutti – ricorda Ezio Gobbi, presidente di Dao -. Appena l’ho saputo è stato uno shock».
Ma non c’era solo il lavoro. Ivano si è speso fin da ragazzo per la causa Autonomista: così, nel 2012, era diventato presidente del movimento giovanile del Patt e l’anno dopo si era candidato alle politiche assieme all’Svp. In un’intervista rilasciata alla confederazione dei manager Cida ancora oggi sono immortalati i temi che gli stavano a cuore, dal potenziamento delle università all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

«Un compagno di battaglie»
Oggi il dolore tra i compagni di militanza politica è profondo. «Io e lui siamo stati segretario e presidente del movimento giovanile del Patt – racconta l’assessore provinciale Simone Marchiori -. Ancora oggi ho uno splendido ricordo per il cammino e le battaglie fatte assieme. Era un momento di concordia e collaborazione, subito dopo l’esperienza di Daiana Boller: un percorso lungo di cui abbiamo dovuto riprendere le fila con un impegno notevole e culminato con le nostre candidature alle politiche. La notizia della morte di Ivano è stata un fulmine a ciel sereno. Era una persona con cui si poteva parlare e che non era disposta a rinunciare ai propri ideali. Era rigoroso nel difendere l’identità trentina e tirolese, ed era fiero della sua identità e delle sue idee».
Così il lutto ha colpito Castel Ivano e la frazione di Strigno in un momento di festa come quello dell’Immacolata. «Un momento bellissimo che non posso dimenticare è quando siamo stati assieme a Bruxelles – ricorda invece Michel Floriani, compaesano e coordinatore Patt per la Bassa Valsugana e il Tesino -. Con il Patt abbiamo portato a conoscere le istituzioni europee quasi cento persone, e lui ne aveva coinvolte moltissime. La sua famiglia è autonomista da sempre: con lui e sua sorella abbiamo condiviso moltissimi passi. In un posto come Strigno i giovani attaccati alla politica sono pochi e noi autonomisti siamo una minoranza nella minoranza. E Ivano era un autonomista convinto: se c’era da battagliare combatteva, se c’era da fare pace allora faceva pace».