Solidarietà

giovedì 22 Dicembre, 2022

Rovereto: duecento famiglie chiedono i pacchi alimentari

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L’Almac di via Savioli consegna ogni mese i pacchi viveri. Ora con la donazione della Fondazione Metalsistem può contare su una dispensa più efficiente. Briosi: «E se facessimo un magazzino per tutti?»

Il periodo della pandemia è stat terribile, ma le difficoltà non sono calate. Anzi, l’impressione è che vada sempre peggio. Il termometro di questa situazione, anche se parziale, si legge benissimo nella sede dell’Almac in via Savioli, dove si distribuiscono i pacchi dei viveri a quelle famiglie che navigano in gravi difficoltà economiche. Se prima della pandemia si viaggiava intorno alle cento famiglie da aiutare, oggi si è superata la quota di duecento. E nuove realtà si aggiungono di mese in mese. La metà riguarda nuclei familiari italiani, locali che a fine mese hanno bisogno di qualche pacchetto di pasta, una bottiglia d’olio, un chilo di farina. L’altra metà è straniera: ultimamente si sono aggiunti diversi soggetti sfuggiti dalle zone di guerra in Ucraina: «Gente molto rispettosa – ricordano i volontari (circa 35) che lavorano all’Almac – della quale leggi la sofferenza guardandola negli occhi». Una buona fetta arriva dall’Africa, soprattutto della fascia centrale.
A fare gli onori di casa la vicepresidente dell’associazione, Sabina Chiasera, già assessore comunale alle politiche sociali, ma da una vita intera impegnata nel mondo del volontariato. Anche ieri, pur in un momento formale, non si è tolta di dosso il grembiule, simbolo di servizio e di dedizione al prossimo. Oltre al Natale, c’era da festeggiare anche un’altra cosa in casa Almac: la sistemazione del magazzino e l’ottimizzazione della dispensa attraverso le scaffalature che la Fondazione Metalsistem ha donato. «Una piccola cosa – si è schernito Antonello Briosi – perché il valore vero di queste associazioni sono i volontari, il loro lavoro e la loro passione. Il resto sono solo strumenti che, speriamo, vi aiutino a lavorare meglio».
In effetti l’Almac, accreditato con il Banco Alimentare, già da diversi anni si trova nella sede di via Savioli, in spazi dell’Itea, ma la gestione del magazzino che diventa sempre più importante non è semplice, soprattutto se nello stesso posto devi fare anche il servizio di preparazione e consegna dei pacchi. Briosi ha voluto vedere di persona la situazione e, da imprenditore, non ha potuto fare a meno di un suggerimento di efficientamento, approfittando anche della presenza del sindaco Francesco Valduga e del presidente della Comunità di Valle Stefano Bisoffi. «Perché – ha detto – non proviamo a pensare di realizzare un capannone, magari in zona industriale, che funga da magazzino per tutte le realtà del volontariato, le quali poi potranno, ciascuna per la sua attività, portare in città solo quello che serve. Perché è importante che lo sportello sia in centro, dove tutti possono arrivare, ma le merci possono stare altrove, in uno spazio più ampio e meglio gestito. Secondo me uno stabile in zona industriale si potrebbe trovare, magari pagando un affitto simbolico». L’idea è stata apprezzata dal sindaco. Magari un ragionamento in questo senso potrà essere effettivamente fatto. Come un ragionamento, più o meno serio, qualcuno ha fatto anche sulla battuta di Briosi che ha detto: «Potrei fare il sindaco».
Bisoffi e Valduga hanno entrambi fatto notare il valore sociale dell’Almac e della forte sinergia e collaborazione con i servizi sociali dell’ente pubblico. L’obiettivo di entrambi è arrivare là dove c’è la povertà, la difficoltà magari anche solo di un momento, la richiesta di aiuto. Ma tante volte i volontari riescono ad arrivare dove l’ente pubblico non riesce, completando così il circolo virtuoso di una comunità che si prende cura di se stessa e di chi ne fa parte in un contesto di solidarietà e di fratellanza.