L'iniziativa
martedì 30 Luglio, 2024
Referendum contro l’orso, arrivano 6mila firme in 5 giorni: il voto a settembre
di Marco Ranocchiari
L'obiettivo del Comitato erano i 1000 consensi ed è stato superato di sei volte
L’obiettivo era raccoglierne mille. Sono state oltre sei volte di più, per la precisione 6173, le firme che il comitato «Insieme per Andrea Papi» ha raccolto in appena quattro giorni per il referendum consultivo sull’orso. Le carte sono state consegnate ieri al presidente della Comunità della valle di Sole, Lorenzo Cicolini, il quale ha immediatamente convocato la conferenza dei sindaci per prendere atto dell’esito riuscito dell’iniziativa e dare il via a tutte le procedure necessarie a organizzare la consultazione che, nelle intenzioni del comitato promotore, potrebbe già avvenire nella prima metà di settembre. «Siamo più che soddisfatti», ha commentato il presidente del comitato, Pierantonio Cristoforetti. «Ci aspettavamo numeri alti, ma non così tanto: il clima di paura e la preoccupazione che viviamo, e la determinazione della gente a dire la propria hanno portato a questo risultato». Poco cambia se il voto non renderà automatico un robusto riassetto delle politiche in tema di carnivori: «Non cambia il significato politico della nostra iniziativa: portare davanti alla politica provinciale la volontà della gente e la realtà di una situazione estrema che viviamo tutti i giorni». La raccolta è stata fatta a tempo di record. «Ci battiamo per il referendum da quando è nato il comitato. Prima ci era stato detto che non c’era tempo per via delle elezioni provinciali, adesso abbiamo dovuto affrettarci per anticipare le amministrative della prossima primavera», spiega. Quattro giorni che sono bastati a raccogliere le firme di oltre un terzo dei residenti in valle: «Siamo tutti volontari, ma ciononostante siamo riusciti a essere presenti in tutti i nostri comuni». Riscuotendo anche il plauso di chi non poteva votare: «In tanti avrebbero voluto poter esprimersi dalle altre valli del Trentino, e tantissimi turisti, arrabbiatissimi anche loro, ma purtroppo è una consultazione aperta solo alla nostra valle». Limiti che il gruppo sta già pensando ad affrontare: «Anche in val di Non, val Rendena e in altre località di presenza dell’orso vogliono poter dire la loro, ci attiveremo per avviare consultazioni anche lì». Per ascoltare turisti e proprietari di seconde case c’è già una data: il 3 agosto. «A Commezzadura organizzeremo il primo di una serie di incontri con loro, con dei moduli da firmare. Non ci interessano più le indagini demoscopiche ma le azioni concrete». Sulle soluzioni proposte ci sono meno certezze: «Non spetta a noi trovare una soluzione, scegliere tra abbattimenti selettivi, sterilizzazioni, trasferimenti o quant’altro. Si può – aggiunge tuttavia – sicuramente iniziare dall’attivarsi per declassare l’orso da specie strettamente protetta ad animale soggetto a normale selezione, come avviene in altri paesi». Con un’altra certezza: «dalla morte di Andrea Papi sono stati fatti solo piccoli passi. I cassonetti anti-orso servono a poco, l’odore che li attira nei centri abitati resta. E i nuovi cartelli creano solo più allarme»
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