Cronaca

domenica 19 Marzo, 2023

Pieve di Bono, stalker brucia la porta di casa all’ex. Arrestato

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Indagini lampo dei militari che incastrano con prove il 35enne che aveva già distrutto il quadro elettrico di casa e l’auto della donna. Lei non voleva denunciarlo: «Non voglio rovinarlo»

Evidentemente voleva vendicarsi dell’ex, forse incapace di accettare la fine della loro relazione. E ha visto bene di provocarle una serie di danni, che avevano inquietato non poco la donna. Prima – è l’accusa – le aveva distrutto il quadro elettrico di casa e poi, nel corso della stessa notte, l’auto. Quindi, nella notte tra giovedì e venerdì, ha appiccato il fuoco al portone di casa della stessa. Sulle prime la vittima aveva dimostrato una certa ritrosia a denunciare l’ex compagno «per non rovinarlo» si era giustificata la donna, una volta in caserma a Pieve di Bono. Ma ci hanno pensato i carabinieri, con un’indagine lampo, ad incastrare il responsabile, raccogliendo una serie di prove tali che hanno portato la Procura di Trento a chiedere subito – ed ottenere in brevissimo tempo da parte del giudice per le indagini preliminari – un’ordinanza di custodia cautelare per il presunto stalker, un italiano di 35 anni residente nella Valli Giudicarie. Che venerdì pomeriggio si è trovato di fronte i militari della compagnia di Riva del Garda che gli hanno notificato la misura e, una volta arrestato, lo hanno trasferito in carcere a Spini di Gardolo. Gli vengono contestati i reati di atti persecutori e danneggiamento aggravato continuato. Accuse, queste, da cui l’uomo avrà modo di difendersi nel giorni prossimi, quando, assistito dal proprio avvocato, comparirà davanti al gip, per l’interrogatorio di garanzia.
Da evidenziare come gli investigatori si siano mossi con estrema velocità, dato il rischio che il comportamento violento e spregiudicato dell’uomo degenerasse, soprattutto a tutela della donna. Questa si era presentata in caserma la settimana scorsa, manifestando la propria preoccupazione per quei danneggiamenti subiti, al quadro elettrico e alla vettura. Che fosse opera del 35enne è stato chiaro quando ha dato fuoco al portone: a metterlo con le spalle al muro le immagini delle telecamere di videosorveglianza e la testimonianza dei vicini di casa. E poi, ad ulteriore conferma, c’è anche che aveva usato la propria auto. Abbastanza, per i militari, per informare la Procura che si è mossa con celerità per fermare l’uomo. I carabinieri ricordano come «molto spesso antefatti apparentemente poco gravi, come questi, possono degenerare in maniera repentina con pericoli immensi per l’incolumità personale della vittima». Di qui la necessità di «rivolgersi immediatamente alle forze dell’ordine per denunciare».