giustizia
mercoledì 26 Marzo, 2025
Pattinatrici morte, ora parte la causa civile della mamma condannata. Nello schianto rimase ferita
di Benedetta Centin
Il procedimento per le gravi lesioni partirà di pari passo al ricorso in Appello per i due anni inflitti
In attesa di impugnare la sentenza di condanna di primo grado ci sarà spazio per la causa civile, per le lesioni riportate, per sollecitare una richiesta danni.
La vicenda del drammatico schianto avvenuto sull’autostrada del Brennero, all’altezza di Mattarello, il 27 ottobre 2017 – costato la vita a tre persone, due cuginette torinesi promesse del pattinaggio e la mamma di una di loro, zia della seconda – non si chiude certo con le due condanne pronunciate lunedì pomeriggio dal tribunale di Trento. Quelle a due anni ciascuno, con la sospensione condizionale della pena, a carico di Alberto Marchetti di Medolla, Modena, 66 anni, conducente del tir che secondo la pm aveva effettuato «una frenata d’emergenza, molto importante» senza che accendesse subito le quattro frecce e senza che gli stop funzionassero, e per la donna al volante dell’auto che seguiva.
Vettura, questa, rimasta stritolata sotto il rimorchio del mezzo pesante. E cioè Monica Lorenzatti, unica sopravvissuta della station wagon: sorella gemella di Graziella, morta a venti mesi dallo schianto, oltre che mamma di Gioia Virginia Casciani allora di 9 anni, e zia di Ginevra Barra Bajetto, di 17. Il suo avvocato, Claudio Tasin, che ha definito «severa» la sentenza del giudice Massimo Rigon anche rispetto alle richiesta a un anno di pena della Procura, ha già fatto sapere che, lette le motivazioni, farà Appello. Per far valere le ragioni della sua assistita, che ha anche ottenuto una provvisionale, cioè una prima trance di risarcimento, di 250mila euro.
Intanto però, parallelamente al prossimo processo penale, si aprirà anche il versante civile. Per le gravi lesioni che Monica Lorenzatti ha subito nel terribile incidente, al posto di guida in quell’abitacolo che in seguito al violento impatto è stato deformato come una lattina. Conseguenze fisiche pesanti, che certo la piemontese non ha superato in poco tempo. Tanto che ora è determinata a portare davanti al giudice, questa volta civile, il camionista e l’assicurazione di quest’ultimo.
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