Il lutto
martedì 19 Agosto, 2025
Oggi l’ultimo saluto a Mattia Debertolis. Al funerale anche il ministro Abodi e il presidente Coni Buonfiglio
di Manuela Crepaz
Ieri un flusso ininterrotto di persone alla camera ardente del campione trentino di Orienteering. Il papà Fabio: «Grazie per la vicinanza»

Oggi l’ultimo saluto a Mattia Debertolis, l’atleta della nazionale di Orienteering morto lo scorso 8 agosto durante i World Games in Cina. La cerimonia funebre avrà inizio alle 10.45 in località Camp di Val Canali. Saranno presenti le principali autorità nazionali e locali, nel territorio di Primiero San Martino di Castrozza. Parteciperanno diverse autorità, tra cui Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani, e Luciano Buonfiglio, Presidente Coni; oltre a Maurizio Fugatti, presidente della Provincia di Trento, Mattia Gottardi, assessore provinciale allo sport, Bortolo Rattin, presidente della Comunità di Valle, Valerio Zanotti, presidente del Parco Naturale Paneveggio, Paola Mora, presidente Coni Trento. Della Federazione non mancherà il presidente Alfio Giomi. Durante la cerimonia canterà il coro Sas Mahor, su richiesta della famiglia. Al termine della funzione, le società sportive presenti potranno deporre una maglia societaria su un’apposita pedana, come gesto simbolico e collettivo di omaggio. Invece, sulla bara di Mattia sarà posta la bandiera italiana.
Il dolore della comunità
Nei giorni scorsi, a Transacqua un flusso ininterrotto di persone ha attraversato la sala ardente allestita presso l’oratorio di Pieve per rendere omaggio a Mattia. All’ingresso, al piano terra, e persino all’esterno, nel grande parcheggio, la presenza era costante e composta. Tra i primi ad arrivare domenica mattina, i dirigenti dell’Unione sportiva Primiero. Nel pomeriggio, spiccava il gruppo degli amici della sezione orientamento, quelli con cui Mattia aveva mosso i primi passi da bambino, guidato dallo storico maestro Renzo De Paoli. Con loro aveva costruito un gruppo affiatato che ha gareggiato insieme fino a pochi anni fa, prima che Mattia cambiasse società. Si sono raccolti in un piccolo cerchio, rimanendo a lungo a vegliare l’amico. Ad accogliere chi arrivava per le condoglianze c’erano la mamma Erica, il papà Fabio, il fratello Nicolò e la compagna di Mattia, Jessica Lucchetta.
La famiglia: «El me popo»
Il padre ha confidato che il dolore è forte: «Sono momenti davvero duri – ha detto – ma pian piano stiamo metabolizzando il colpo. Riusciamo a trovare qualche attimo senza troppo dolore, grazie alla vicinanza di tante persone che conoscevano e amavano Mattia, anche se sappiamo che il dolore tornerà, forse più forte». La madre, commossa, ha ricordato il figlio con l’affettuoso soprannome di sempre, «el me popo», usato fin da quando era bambino: «Forse da grande non lo apprezzava apertamente – ha detto – ma ci teneva, gli piaceva». L’ampia sala ospitava la bara al centro, circondata da tante persone raccolte in silenzio. I fiori, tantissimi, con nastri e dediche da associazioni sportive, amici, albergatori, contadini, amministrazioni locali: segni di una comunità intera stretta attorno alla famiglia. Sulla bara spiccava anche un oggetto caro a Mattia, la bussola di orientamento che usava in gara, simbolo della sua passione sportiva e della strada che aveva percorso nella vita. Assieme al dolore, il ricordo. Assieme al silenzio, la vicinanza. L’epigrafe lo accompagna con parole parlano più di ogni discorso: «Che il bosco ti accolga, il soffice muschio accompagni le tue notti, il vento ti accarezzi il sudore e la fatica dei tuoi compagni ti faccia ricordare che sarai ancora uno di loro, un grande, che ora può gareggiare nelle foreste del Paradiso, dove le lanterne hanno le sembianze degli angeli e i passi il volto di Dio»