I due campioni

sabato 11 Novembre, 2023

Moser e Saronni fanno pace (per ora). Prima la stretta di mano, poi l’avvertimento: «Non finisce qui»

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La puntata di RadioCorsa, la rubrica sul ciclismo di Raisport, ha messo davanti alla stessa telecamera, nello stesso studio, Francesco Moser e Beppe Saronni. Un momento per ripercorrere incomprensioni e storia del ciclismo

Negli ultimi mesi le stilettate non erano mancate. Nè da una parte, nè dall’altra. Ora la tregua, seppur flebile, c’è stata. La puntata di RadioCorsa, la rubrica sul ciclismo di Raisport, ha messo davanti alla stessa telecamera, nello stesso studio, Francesco Moser e Beppe Saronni.

«Avremmo vinto di più se ci fossimo messi d’accordo più spesso»
«Sicuramente se ci fossimo messi d’accordo più spesso, invece di correrci contro, avremmo vinto di più. Ma non credo che sarebbe stato sportivo», ha esordito Moser. «Se ci fosse stato un maggiore accordo tra di noi questa rivalità non sarebbe stata così e la gente avrebbe capito che non era così vera come è invece stata», ha aggiunto Saronni.

«Due caratteri diversi»
Le incomprensioni non sono recenti. «Sapete quante volte ci siamo incontrati per fare le foto della pace. Ma è sempre stato inutile, siamo due caratteri diversi. Per età, mentalità e provenienza non ci siamo mai riusciti ad incontrare a metà strada», ha detto Saronni. «C’è anche da dire che la nostra rivalità è stata creata, scritta e alimentata da un certo tipo di giornalismo che oggi non c’è più. Non ricordo chi dei due, ma anni fa, dopo un tentativo di riappacificazione tra i due, uno se ne uscì dicendo: Noi possiamo andare d’accordo solo sul calcio, perché tifiamo entrambi Inter».

«La cosa non finisce qui»
Moser ha anche rivelato che il difetto che più non sopportava del rivale era questo suo continuo fare dichiarazioni pungenti. Saronni: «Io sapevo che questo ti dava fastidio e innervosiva, quindi lo facevo apposta. Mi giocavo le mie armi come potevo». I due si sono congedati con una stretta di mano e un’abbraccio, anche se scherzando Saronni ha detto ridendo: «Tranquilli che la mano ce la stringiamo, ma la cosa non finisce qui».