il caso
giovedì 19 Giugno, 2025
Mori, la fidanzata lo lascia, lui le sfascia l’auto a pugni
di Denise Rocca
È accaduto nella notte fra lunedì e martedì: protagonista un giovane di 22 anni già noto alle forze dell’ordine
L’auto è rimasta come l’ha ridotta lui, con il parabrezza spaccato e sangue sul cofano, i finestrini, le portiere. La giovane donna che nel cuore della notte fra lunedì e martedì ha chiamato terrorizzata il 112 urlando all’operatore che un uomo, quello che fino a poco prima era il suo fidanzato, le stava spaccando l’auto a pugni non l’ha ancora lavata o riparata. È ferma in un parcheggio con la parte anteriore, dove i segni di quanto accaduto sono più evidenti, verso il muro. Ma quell’auto che sembra reduce da un investimento non è sfuggita ai residenti e alle persone che passano di lì abitualmente: sembra l’arma di un delitto, usata per investire a morte qualcuno.
Invece è il risultato di una lite fra due giovani che si frequentavano: la ragazza, ventenne, aveva deciso di chiudere la relazione con il giovane, un ventiduenne già noto alle forze dell’ordine per questioni di droga e con dei precedenti penali. Ne è scaturita una discussione fra i due giovani, degenerata fino a diventare un litigio nel parcheggio coperto dove lei di solito lascia la sua auto, nel cuore della notte: le voci si sono alzate, ma anche la rabbia dell’uomo nei confronti di quel rifiuto che evidentemente non gli piaceva, forse l’impotenza, le emozioni che non è riuscito a governare e gestire, tanto che ha perso il controllo e ha iniziato a prendere a pugni, calci e gomitate l’auto, ferendosi alle mani e alle braccia mentre dava sfogo a una rabbia apparentemente incontrollabile.
La ragazza ha allertato lei stessa le forze dell’ordine, spaventata per quella reazione spropositata, sproporzionata e in ogni caso estremamente violenta, per il sangue che si spargeva lì attorno, per quell’uomo che si rifiutava di accettare la sua decisione di chiudere la loro relazione e dopo aver dato botte alla carrozzeria a mani nude era arrivato anche a spaccare il parabrezza. Al frantumarsi del vetro sotto i suoi occhi, la ragazza ha tirato fuori il telefonino e ha digitato il 112, chiedendo aiuto. Le condizioni dell’auto e la scena che si è parata davanti ai carabinieri intervenuti sul posto erano peggiori delle conseguenze fisiche dell’accaduto: l’uomo è stato medicato dai sanitari del 118 intervenuti nella borgata assieme alle forze dell’ordine e le sue condizioni non erano particolarmente gravi nonostante i colpi all’auto a mani nude, tanto che dopo la medicazione ha rifiutato il trasporto in ospedale. La ragazza, scossa dall’accaduto, è stata assistita sul posto ma anche lei ha deciso per il momento di non usufruire della possibilità di essere trasferita in un’abitazione protetta che le è stata offerta dopo che l’uomo è stato allontanato. Le ferite fisiche sono lievi, rimane però la reazione di un giovane uomo davanti ad un rifiuto, la violenza di un gesto che, anche se diretto contro una cosa e fortunatamente non contro la giovane donna che si trovava davanti a lui come in moltissimi altri casi di violenza in circostanze analoghe, lascia attoniti e lascia conseguenze nella vita di entrambi. La ragazza ha sporto querela per danneggiamento, ma nei confronti dell’uomo la Procura sta valutando quali capi d’accusa esprimere a suo carico non legati ad una querela di parte.
i numeri
Lavoro in Trentino, dati positivi nel primo semestre 2025. Spinelli: «Cresce l'occupazione (+2,5%), in drastico calo la disoccupazione (–35,9%)»
di Redazione
Presentati oggi i dati del 40° rapporto sull'occupazione da Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento. L'80,9% dei lavoratori dipendenti sono occupati con un contratto stabile.
la storia
Passo Brocon, dopo 60 anni Rosetta e Claudio lasciano lo storico albergo del Tesino: «Quando i miei genitori hanno aperto erano senza telefono e senza luce, con un motore a gasolio»
di Giacomo Polli
La struttura è stata affidata a una nuova gestione la scorsa settimana. L'ex titolare: «La tromba d’aria negli anni Novanta portò via il tetto. Abbiamo usato tutte le coppe che vincevo alle gare di sci per raccogliere l’acqua… per me fu una tragedia! La struttura rimase chiusa per qualche giorno»