Alta Valsugana

lunedì 8 Dicembre, 2025

Moncalisse, la nuova cantina «di montagna» a Civezzano che produce Trentodoc: «Abbiamo scelto questo posto per le caratteristiche »

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Le sorelle Welch si sono ispirate al Monte Calisio per il nome: «Metodo classico applicato dall'inizio alla fine»

Emily Dickinson scriveva: «Ogni bollicina è un piccolo sogno che sale verso la luce». Ed è proprio un sogno quello delle giovani protagoniste Julia e Karoline Walch – che hanno dato vita alla nascita di una nuova cantina dedicata all’arte del Trentodoc, completamente staccato dal brand altoatesino Elena Walch.
A Seregnano, sulle colline alle spalle di Civezzano, a 600 metri di quota, ha preso forma un progetto destinato a lasciare il segno nel mondo del Trentodoc e della spumantistica italiana. Si chiama «Moncalisse» – pronunciato alla francese – e il nome richiama l’altopiano del Monte Calisio, a 600 metri di altitudine, appunto, dove il vigneto di origine delle uve gode di una posizione privilegiata, aperta, con un’esposizione perfettamente a sud e una straordinaria escursione termica.

«Fa parte del nostro lavoro visitare vigneti – esordiscono le sorelle Walch – nel 2016 abbiamo visto il terreno ed è stato amore immediato. Abbiamo capito subito che era il luogo ideale per realizzare una delle espressioni più autentiche e raffinate del Trentodoc. Ci sono luoghi che si scelgono e luoghi che ci scelgono. Quello di Moncalisse appartiene alla seconda categoria. Questo vigneto è straordinario: una varietà di terreni con caratteristiche geologiche interessanti. L‘altitudine per impiegare il prodotto sul clima fresco, la varietà biologica».
Il vigneto nasce su un mosaico di suoli rari: rocce metamorfiche, porfidi, calcari porosi che restituiscono al vino una mineralità vibrante e profonda. Nel cuore della tenuta, un ettaro di viti Chardonnay a pergola di sessant’anni, dal quale viene prodotta la Riserva Montis Arcentarie custodisce la memoria del luogo e rappresenta la vera anima del progetto. Tra i filari sul Monte Calisio, le coppelle e le incisioni scavate nella pietra risalgono all’età del Bronzo e del Ferro: segni di riti sacri e strumenti di comunicazione che raccontano un’antica dimensione mistica, come se la terra stessa avesse scelto di parlare ancora.

«Il dialogo fra tempo e terra è per noi molto importante – proseguono le sorelle Walch – ma vogliamo interpretarlo in chiave moderna, perché fin dall’inizio volevamo creare bollicine di altissimo livello. E per ottenere questo ci vuole tempo, tanto tempo. L’uva da vigneti di proprietà, rigorosamente raccolta a mano al culmine della sua maturità, porta con sé la freschezza e la mineralità del Monte Calisio. Ogni fase della vinificazione segue il metodo classico, con fermentazioni in acciaio e in barrique, accompagnate da una lenta evoluzione in bottiglia sui lieviti che può durare fino a 80 mesi».

I vitigni della Cantina sono concepiti come un luogo protetto e silenzioso, rispettoso del territorio e con un approccio votato alla sostenibilità, a partire dalla salvaguardia della biodiversità, laddove il vino può sviluppare pienamente la propria identità. Il microclima è caratterizzato da forti escursioni termiche tra giorno e notte, favorite dalle correnti ascensionali delle montagne circostanti che conferisce da sud ovest una brezza pomeridiana. In inverno la presenza del Lago di Caldonazzo mitiga le temperature rigide. I primi vini segnano già un esordio di carattere: Moncalisse Extra Brut Riserva Millesimato 2019 con un affinamento sui lieviti di 56 mesi e Moncalisse Extra Brut Riserva Millesimato 2017 «Montis Arcentarie» con 80 mesi di maturazione. Entrambi i vini sono classificati come Riserva. L’apporto degli enologi, Stefano Bolognesi, trentino e conoscitore del territorio, e di Odilon de Varine, celebre enologo della regione della Champagne, conferiscono, oltre la tecnica, la visione e precisione per prodotti di eccellenza. Altro aspetto di cura a tutto il progetto è l’architettura della Cantina, firmata dall’architetto della Val Gardena David Stuflesser e dalla socia Nadia Moroder. Una struttura ispirata alle linee sinuose del vigneto e alle antiche Coppelle. Fuori terra domina il bianco, colore che evoca la leggerezza e la perfezione delle bollicine, mentre il rosso degli spazi sotterranei richiama il porfido della zona, trasformando la cantina in un luogo dove architettura, natura e vino si incontrano.

«Siamo una realtà giovane e dinamica, animata dal desiderio di sperimentare e valorizzare il carattere di ogni annata e delle singole parcelle – concludono Julia e Karoline Walch –. In futuro Moncalisse introdurrà delle capsule “collection” nell’ottica di sorprendere gli amanti del vino svelando le infinite potenzialità di Moncalisse». La Cantina aprirà al pubblico nella primavera 2026, con degustazioni, visite guidate ai vigneti e bistrot.