Il personaggio

lunedì 9 Giugno, 2025

Maurizio Maule, il genio trentino dietro la Harley elettrica: «Cedo l’azienda perché vada avanti»

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Il 64enne imprenditore ha realizzato dispositivi anche per la Grenadier, il «Defender» di Ineos. Ora ha ceduto l’azienda alle Carpenterie Vicentini

«Sono in fase di inserimento alla pensione e disinserimento al lavoro», sorride Maurizio Maule, 64enne artigiano che ha ceduto la sua azienda alla Vicentini di Villa Lagarina, che alle lavorazioni di carpenteria adesso ha aggiunto anche quelle in conto terzi dell’impresa di Volano. «Non ho rimpianti – aggiunge – ho avuto alti e bassi, ma ho sempre pagato tutte le mie ricevute». Tra i suoi fiori all’occhiello ci sono alcune attrezzatture che sono servite alla realizzazioni di pezzi il motore della Harley Davidson elettrica e dell’assale posteriore della Ineos Grenadier, la versione moderna dello squadrato fuoristrada per antonomasia, il Defender, che Jim Ratcliff, il miliardario britannico proprietario del colosso della chimica, ha voluto riesumare dopo che la Land Rover ne aveva cessato la produzione per via dei problemi legati all’adeguamento alle nuove norme di omologazione. Con 5 dipendenti e un fatturato che raggiunto gli 800.000 euro, l’azienda di Maule si è ritagliata un proprio spazio: «Non abbiamo mai fatto produzioni di serie – chiarisce – e in qualche modo abbiamo anche lavorato quasi come studio tecnico, disegnando e progettando le strutture di cui i clienti avevano bisogno». Anche nel caso dei componenti per la gloriosa Harley Davidson, seppur elettrica, Maule ha lavorato come terzista nel 2019, prima della pandemia: «Sono stato contattato da un’azienda di Modena che a sua volta lavora per la Magneti Marelli che aveva ricevuto la commessa», dice. E lo stesso vale per l’assale del nuovo Suv ad alimentazione convenzionale prodotto in Francia a partire dal 2022: «Ho lavorato per altri, ma, per correttezza, non faccio nomi. In ogni caso è una commessa più recente», chiarisce. In questo periodo di “inserimento alla pensione”, Maule è ancora consulente della nuova proprietà: «In famiglia non c’era modo di garantire il passaggio generazionale – aggiunge – Ho due figlie che fanno tutt’altro e desideravo che l’attività andasse avanti. L’alternativa sarebbe stata vendere i macchinari e chiudere». Alla domanda sul perché le aziende si siano rivolte alla sua impresa di Volano, Maule risponde con una buona dose di umiltà: «Onestamente non saprei, ma poiché ho sempre avuto il pallino del disegno, forse riuscivamo a produrre e a progettare ciò che ci veniva chiesto. Una garanzia in più, credo». Una garanzia che, ad esempio, è stata apprezzata da un professionista che gli aveva commissionato una serie di maniglie perfezionate in maniera particolare e specifiche per una villa («me le avevano pagate 4/500 euro l’una», ricorda). Anche nella struttura a sfere e tubi della sede della Cassa Centrale ci sono elementi torniti a Volano: per averla fondata nel 1983, la sua azienda gli ha riservato qualche soddisfazione, prima del “disinserimento dal lavoro”.